Tra le notizie più importanti della settimana, almeno per quanto riguarda l’adozione in termini finanziari dei principali progetti di criptovalute al mondo, c’è quanto è avvenuto in Germania, dove CoinShares ha quotato due nuovi ETP.
Si tratta di due ETP che replicheranno l’uno il prezzo di Uniswap, l’altro il prezzo di Chainlink, due progetti che nel 2021 sono stati tra i più interessanti in termini di crescita e che hanno perso un po’ di smalto a causa della debacle del mondo DeFi, accompagnata ad un quadro generale poco incoraggiante per tutte le cripto.
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A lanciarli è CoinShares, che ha già a disposizione un’ampia gamma di strumenti ETP – prodotti finanziari molto simili agli ETF – a tema cripto. Questa volta ad essere aggiunti al listino sono Uniswap, l’AMM più scoppiettante dell’ecosistema di Ethereum, insieme a Chainlink, oracolo di riferimento del mondo della finanza decentralizzata.
La borsa di quotazione è lo Xetra, il principale mercato finanziario della Germania e i prodotti avranno una fee di gestione dichiarata dell’1,5%. Prezzo alto, ma che in molti saranno disposti a pagare per avere esposizione all’interno di questo mercato con la comodità di prodotti finanziari puri, che ci permettono di investire senza doverci preoccupare della custodia né tantomeno di passare da exchange per la compravendita dei cripto asset.
Riparte dunque la guerra tra CoinShares e 21Shares, che rimangono i due gestori più importanti di prodotti a tema criptovalute in Europa, intermediari che hanno già permesso agli investitori europei di investire su 40+ cripto ad alta capitalizzazione.
La scelta è quantomeno curiosa però in termini di tempistiche: Uniswap e Chainlink sono relativamente lontani dai massimi storici, sia in termini di hype sia in termini di valore finanziario sui mercati. Qualcosa che, se vogliamo essere pignoli, ci saremmo aspettati con leggero anticipo.
L’Europa si conferma luogo molto interessante per tutte le società che si occupano di offrire investimenti nel campo delle criptovalute. Il Vecchio Continente può contare su diversi gestori e su un numero enorme di strumenti finanziari.
Che non sono necessari, è vero, ma che per talune categorie di investitori rappresentano comunque il meglio che si ha a disposizione. Certo, le commissioni di gestione non sono delle migliori, ma per molti sono comunque un prezzo giusto da pagare per evitare le complicazioni tipiche del mondo cripto, in particolare quando si devono gestire capitali complessi e magari con cappelli legali che necessitano di qualcosa di più solido dell’accesso tramite exchange.
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