Erano in molti, noi compresi, a chiedersi come LFG, la Luna Foundation Guard avrebbe utilizzato Bitcoin a tutela del peg tra UST e Dollaro USA. Ora abbiamo una prima risposta, in una situazione di relativa emergenza della quale abbiamo già parlato ieri.
In breve la Luna Foundation Guard affiderà una parte di capitale ad un market maker che comprerà Bitcoin nel caso in cui la domanda per $UST sia in crescita, mentre al contrario, e solo in casi di emergenza, venderà Bitcoin per mantenere il peg.
Una mossa che secondo quanto è stato affermato da Do Kwon servirà a restituire fiducia nel sistema, e che potrebbe dunque avere degli effetti positivi su $LUNA a mercato. Possiamo investirci anche con eToro – vai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con il TOP degli strumenti FINTECH – conto che ci permette di investire su Terra Luna con accesso a tutti i migliori strumenti presenti sul mercato.
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Cosa bolle in pentola da LFG e come verrà salvato UST, partendo da Bitcoin
In realtà la situazione sembrerebbe essere tornata ad una relativa normalità, nonostante l’apertura della sessione asiatica sia stata ulteriormente negativa per il mondo delle criptovalute e di Bitcoin, con Terra Luna che ha perso il recupero conseguito ieri.
La Luna Foundation Guard ha dichiarato via Twitter di aver messo a disposizione di un market maker una somma di 750 milioni di dollari di Bitcoin e altrettanti di UST, per fornire un fondo che opererà nel seguente modo. Nel caso in cui il peg di $UST dovesse iniziare a vacillare, ovvero se dovesse iniziare a valere sensibilmente meno di 1$, il market maker avrebbe il compito di sostenere $UST, comprandolo.
Nel caso inverso, ovvero con una domanda per UST maggiore, il fondo si libererebbe in parte di $UST per acquistare Bitcoin. Non si tratta dunque, almeno per ora, di una vendita di Bitcoin, ma piuttosto della creazione del primo meccanismo semi-automatico per restituire fiducia al mondo che ruota intorno a Terra Luna e al suo stablecoin algoritmico.
Tante polemiche e pareri disinformati: cosa vuol dire effettivamente questa mossa di LFG
Ci sono punti di vista diametralmente opposti che hanno iniziato a circolare intorno a quanto sta facendo Luna Foundation Guard. Tutti o quasi meritano di essere analizzati e commentati ed è quello che faremo.
- UST non è decentralizzato, almeno per ora
Ma questo è un po’ il segreto di Pulcinella. Parliamo di uno stablecoin che è stato già pesantemente sovvenzionato da immissioni di capitale, principalmente in Anchor e a più riprese. Non dovrebbe stupire nessuno che in un momento di sofferenza vengano attivati quei meccanismi che erano stati già ventilati durante le fasi di acquisto di Bitcoin da parte della fondazione. La dotazione è assolutamente importante e dovrebbe aiutare UST a stabilizzarsi quanto prima e soprattutto a superare anche fasi di crisi di media intensità.
- Data la quantità di smobilizzazione, in realtà UST si è comportato bene
E questa, forse in controtendenza, è l’opinione di chi vi scrive. Da Anchor, dati alla mano, sono spariti quasi 3 miliardi di dollari, innescati da una serie di vendite iniziali che sembrerebbero essere coordinate. Date le proporzioni dell’ammanco, la risposta di UST in termini di peg è stata a nostro avviso ok, e comunque di molto migliore rispetto al sell off dello scorso marzo.
- La polemica sull’attacco “coordinato” lascia il tempo che trova
Come abbiamo già scritto ieri, lamentarsi della presenza di coordinazione nell’attacco a UST lascia il tempo che trova. Un protocollo di stablecoin algoritmico deve reggere anche nel caso in cui ci sia coordinazione tra chi vuole buttarlo giù. Altrimenti si tratterebbe di un sistema in grado di funzionare soltanto nel caso in cui non dovessero esserci degli agenti avversi. Cosa che in finanza, tanto classica quanto di nuova generazione, sarebbe un pessimo presupposto dal quale iniziare a sviluppare qualunque cosa, compreso uno stablecoin che ha già miliardi di dollari in circolante.
Basterà questa mossa a salvare UST?
A nostro avviso sì, anche se le preoccupazioni di qualcuno sono comunque da tenersi in considerazione. Parliamo di chi teme che la vendita di Bitcoin eventuale da parte di Terra Luna possa esacerbare eventuali crolli di mercato, in una death spiral che non riguarderebbe più soltanto $UST, ma anche appunto $BTC.
Il caso sembrerebbe essere piuttosto remoto, la dotazione troppo piccola per avere degli effetti significativi sul prezzo di Bitcoin e, cosa più importante, il mercato potrebbe aver già trovato un bottom.
La situazione continuerà ad evolversi – e noi di Criptovaluta.it saremo qui per parlarne anche in una fase di mercato così complicata. Per ora però il rischio che Terra Luna salti in aria, come pregustano giubilanti gli avversari di questo protocollo, sembrerebbe essere un’ipotesi piuttosto remota.