La competizione tra diverse giurisdizioni sta contribuendo a cambiare il profilo geopolitico del settore cripto, o meglio, di quello che è legato più intimamente al giro d’affari ufficiale che si è creato intorno a Bitcoin e al resto del mercato.
Secondo quanto riportato dalla news agency degli Emirati – Khaleej Times – molte aziende indiane del settore cripto starebbero effettivamente valutando la possibilità di muoversi verso Dubai, sfruttando un quadro di regole non solo enormemente più chiaro, ma anche più favorevole a questo tipo di business.
Una buona notizia per il settore, che inizia a trovare dei safe haven dove operare senza essere disturbato, cosa che permetterà all’intero settore di crescere organicamente e in modo solido. Settore sul quale possiamo investire anche con la piattaforma sicura eToro – vai qui per ottenere un conto demo gratuito con il TOP degli STRUMENTI DI TRADING – intermediario che ci propone 63+ cripto sulle quali investire, in un listino selezionato dai suoi specialisti.
Possiamo copiare i migliori oppure spiare come si stanno muovendo grazie al CopyTrader, sistema che ci permette di investire automaticamente tra i più evoluti al mondo. Chi preferisce invece un investimento diversificato può operare con gli Smart Portfolios, che ci garantiscono accesso a panieri cripto ben assortiti in stile ETF. Con 100$ possiamo passare ad un conto reale.
È questo quanto si racconta sulle cronache locali, con un paese, l’India, che nonostante sia uno dei paesi più importanti sul piano delle startup del software, non è riuscito ancora a creare un ambiente sicuro e ospitale per chi opera nel settore delle cripto e della blockchain. Gli investitori in Bitcoin sono stati sottoposti già a cambiamenti piuttosto repentini di normative, fiscali e non, mentre rimane estremamente difficile pianificare sul medio e lungo periodo.
In questa situazione c’è Dubai che prova a fare da asso pigliatutto. Dopo aver aperto ai grandi intermediari – Binance ad esempio ha già ottenuto una licenza nel paese – sta creando anche un ambiente molto confortevole per le start up e per le società in generale che si occupano di tecnologie su blockchain. E questo avrebbe fatto crescere l’appetito, da parte delle start up indiane, per un trasferimento immediato. Secondo quanto è stato riportato dalle cronache locali infatti già DigitX, PCEX e CGCX sarebbero in procinto di muoversi.
Una situazione che priverà l’India di menti brillanti e di business potenzialmente ad altissimo valore aggiunto, per quello che è un rischio classico quando si opera in senso eccessivamente restrittivo nel mondo cripto e in quelli a più alto tasso di tecnologia.
Anche in Europa le normative sono piuttosto incerte e farraginose – cosa che potrebbe portare con il tempo ad un esodo verso la Svizzera, dove il Plan B di Lugano fa gola a molti e anche verso lidi più lontani. Abbiamo avuto modo di parlarne sui nostri schermi con Paolo Ardoino di Tether, società appunto coinvolta proprio nel cambio di paradigma dei nostri vicini svizzeri.
Il rischio, almeno a nostro avviso, c’è tutto. E se dovesse essere svolta indiana anche per l’Europa di persone pronte ad abbandonare i nostri lidi alla ricerca di sicurezza e libertà per le cripto potrebbero essercene tanti.
BlackRock aggiunge tante chain per il suo fondo tokenizzato. Ecco quali.
L'inflazione USA fa paura più di ieri e speriamo meno di domani. Ecco come…
Fake news su fake news: per prepararsi alla bull run (anche di Ethereum) meglio…
Ritorna una delle offerte più PAZZE del noto exchange Bybit: torna a regalare 500$…
La situazione aggiornata del nostro crypto portafoglio. Questa guida è stata realizzata nel 2021…
BlackRock aggiunge tante chain per il suo fondo tokenizzato. Ecco quali.
Bitcoin, dopo i recenti massimi storici, mostra segnali di rallentamento. Possibile correzione o consolidamento…
Il trend following cavalca l'onda del mercato, comprando quando il prezzo sale e vendendo…