È nata Lightspark, startup basata su Bitcoin e Lightning Network. A capo delle operazioni c’è una vecchia conoscenza del mondo cripto: David Marcus. Il padre del diversamente fortunato progetto Libra – Diem torna all’ovile, portandosi dietro parte del team di sviluppo che lo seguiva ai tempi di Zuckerberg.
Il figliol prodigo si dice pronto a sfruttare le opportunità che il buon vecchio Bitcoin ha da offrire, approfittando a suo dire del momento di flessione generale che i mercati cripto stanno vivendo.
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David Marcus lascia Facebook per concentrarsi sui pagamenti crittografici: la piattaforma sarà Lighting Network, a testimonianza del grande ascendente che Bitcoin esercita su chi deve fare cose… serie. Finiscono così le stable-velleità del cofondatore di Diem, che ha abbandonato la famiglia di Menlo Park sul finire del 2021 per aprire ora un’azienda tutta sua.
Ma c’è di più: Marcus ha trascinato nell’avventura alcuni personaggi che occupavano ruoli chiave, nel progetto Diem/Libra. Si tratterebbe di figure dirigenziali, a dimostrazione (tutta nostra) del fatto che il team di lavoro è valido.
Lightspark riceverà i primi finanziamenti da Zeev Ventures, Ribbit Capital, Coatue, Felix Capital, Matrix Partners, Thrive Capital. A capo della cordata, Paradigm e a16z Crypto.
A nostro modo di vedere le cose Marcus non ha tutti i torti, anzi sembra vederci (di nuovo) chiaro. Abbiamo già raccontato del quasi funerale di Diem, nonostante l’enorme potenza di fuoco di Zuckerberg e soci.
L’ex Facebook da una parte approfitta della flessione dei mercati cripto per cercare di fare margine col neonato progetto Lightspark, dall’altra si rende conto che le stablecoin non solo possono non decollare come successo a Diem, ma sono evidentemente esposte a rischi che non hanno tardato a manifestarsi in questi giorni. Il disastro Terra Luna non fa di Marcus un veggente, ma forse gli da ragione.
Sempre perché non vogliamo mettere il dito nella piaga, ci rivolgiamo in questa sede a chi si sta affacciando al mondo cripto in generale: Bitcoin e la blockchain, con tutti i limiti di velocità ed efficienza endogeni soprattutto nel layer 1, restano ancora il punto di riferimento per l’ecosistema cripto.
Se poi di limiti vogliamo parlare, perché le cronache di questi giorni, come correttamente hanno detto in molti, stanno facendo pensare ai più che se qualcosa non è supportato da Bitcoin, ci saranno pure degli ottimi motivi.
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