Mentre tutti o quasi gli analisti esterni al mondo blockchain parlano di morte del mondo NFT, in questo comparto continuano ad arrivare degli importantissimi brand, di quelli che possono cambiare per sempre le sorti di questa nicchia di mercato.
Ultimo in ordine temporale è Spotify, che secondo quanto è stato riportato da The Block avrebbe iniziato a mostrare NFT legati agli artisti e a lanciare anche indagini tra i suoi clienti. Qualcosa che, come prevedibile, ha già sollevato un polverone, tanto in positivo quanto in negativo.
Qualcosa che inoltre, quando sarà rivelata la tecnologia sottostante, potrà aiutare tutto il settore, sul quale possiamo ovviamente investire con eToro – vai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con il TOP del FINTECH – intermediario che ci consente di investire al meglio su 63+ cripto a listino.
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Anche Spotify si fa lusingare dal mondo dei token non fungibili dove si sta già sviluppando una certa concorrenza, come ad esempio con Audius $AUDIO. Secondo quanto è stato riportato da diverse testate uno sparuto gruppo di utenti si sarebbe infatti trovando davanti a NFT legati ad alcuni artisti selezionati, che possono essere già acquistati.
Non è però Spotify a gestire la vendita ma una non meglio precisata piattaforma verso la quale si viene rediretti. Un passo in avanti comunque importante per quella che è la piattaforma di streaming audio più importante al mondo e che offre praticamente tutta la musica moderna più apprezzata, e che ospita al tempo stesso i migliori artisti.
Tra gli artisti utilizzati nel pilota, inoltre, ci sarebbe anche Steve Aoki, ormai legato a doppio-filo al mondo delle criptovalute e sicuramente uno dei musicisti al mondo più di frontiera per questo specifico aspetto.
Non è dato sapere per il momento se il progetto pilota verrà esteso anche all’Europa, mentre il gruppo starebbe intervistando diversi utenti per tastare un po’ il polso a tema NFT. Un polso che però potrebbe essere lo stesso di quello dei videogiocatori, notoriamente piuttosto compatti contro questo tipo di “innovazione”, se così vogliamo chiamarla.
Ovviamente c’è da pensare a lungo sulle possibili ripercussioni di queste evoluzioni, con i fan dei musicisti che temono che si trasformi in un altro modo di monetizzare la loro passione e di rendere certe esperienze più esclusive. Tuttavia dipenderà in larga parte da come questi verranno coniugati.
E anche da quanta voce in capitolo avranno effettivamente gli artisti, dato che ad esempio Snoop Dogg continua con una gestione diretta e su più fronti, così come fa Aoki e come fa Deadmau5. Ma per tanti altri potrebbe essere impossibile, e i NFT potrebbero effettivamente diventare un ulteriore strumento nelle mani delle major.
Noi non siamo affatto pessimisti, ma si dovrà vigilare. E il giusto atteggiamento di chi viene intervistato in queste ore potrà cambiare per sempre il modo in cui fruiamo la musica e anche il modo in cui ci approcciamo ai nostri artisti preferiti.
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