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Tether “flexa” la sua stabilità | Ecco perchè il sistema tiene (non come UST di Terra Luna)

2 anni fa
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In un relativamente breve post sul proprio sito internet, arriva Tether a capitalizzare la situazione che si è creata sui mercati la scorsa settimana e a ribadire di essere lo stablecoin per eccellenza e quello sul quale l’intera industria dovrà fare affidamento per i prossimi anni.

Il tutto a corredo di quella che è stata la spettacolare esplosione dell’ecosistema $LUNA soltanto la scorsa settimana, esplosione che ovviamente ha acceso i riflettori sul mondo degli stablecoin algoritmici. Cosa che Tether non è e che ora può rivendicare di non essere.

Tether si conferma stable delle stable – ecco perché

Una buona notizia per il settore, che gira in larga parte proprio su Tether, nel senso di controvalore sul quale fare scambio. E ci sono anche piattaforme, per chi vuole un investimento puro, che possono evitarci di passare dagli stablecoin in toto. eTorovai qui per ottenere un conto di prova gratis con 100.000$ di capitale virtuale – intermediario che ci permette di investire direttamente in 63+ cripto senza dover ricorrere agli stable.

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Tether fa il giro d’onore: nonostante le accuse è ancora in piedi

Giro d’onore ormai meritato, dato che Tether era dovuto rimanere nell’angolo, forse da realtà più matura, a subire anche qualche non troppo velato sberleffo. E invece il tempo è stato galantuomo per il gruppo di cui fa parte anche Paolo Ardoino e che, da Stablecoin fully backed, ovvero con un collaterale in dollari veri (e in titoli finanziari quasi cash-like) oggi può dire a gran voce di essere stato l’unico sistema a garantire sempre la convertibilità dei suoi crypto-gettoni. Ma vediamo cosa ha scritto Tether sul suo blog ufficiale anche per ricordare a tutti come in realtà, nonostante le critiche costanti, il gruppo non abbia mai mancato un pagamento e una conversione 1:1 del proprio $USDT.

  • Più affidabile (grazie alla riserve)

Questo era quanto ci aveva detto Paolo Ardoino anche in una nostra recente intervista video che troverete inserita anche in questo approfondimento.

Un record praticamente intonso, dato che ci sono stati leggerissimi depeg soltanto su alcuni exchange, che però come abbiamo detto più volte sulle pagine di Criptovaluta.it, in realtà non sono depeg effettivi, perché in qualunque momento Tether avrebbe comunque convertito attraverso i suoi canali Tether in dollari USA. E quindi parlare di depeg sarebbe forse improprio.

  • 7 miliardi di redemption in meno di una settimana

Nel giro di meno di una settimana, ovvero a partire dallo scorso 11 maggio, Tether ha convertito oltre 7 miliardi di USDT in dollari veri, una somma molto importante per due ordini di motivi. Da un lato si tratta di circa il 10% della capitalizzazione complessiva di Tether. Dall’altro invece si tratta di conversioni che sono state chieste durante un momento piuttosto convulso per il mondo delle cripto.

Un momento così buio che ha visto diversi progetti saltare o quasi per aria, anche a causa di panico generalizzato sui mercati, con il caso più eclatante che rimane quello del crack di Terra Luna, che è stato poi il motivo che ha portato Tether a scrivere questo lungo post di spiegazioni.

Possiamo davvero fidarci di Tether?

Tether ha ovviamente buon gioco in questo momento a tirare acqua al suo mulino, dato che nonostante il turbine di critiche che spesso coinvolge il protocollo, in realtà nessuno ha mai perso 1 solo dollaro dall’utilizzo di Tether.

Il record è oggettivamente intonso – e siamo anche davanti ad una certa trasparenza per quanto riguarda la categoria di asset che sono in portafoglio (sebbene non sia presente un dettaglio). Per il momento è difficile pensare che Tether possa effettivamente finire sotto stress, nonostante qualche scostamento, in particolare su Binance. Per quanto siamo anche noi quelli del don’t trust, verify, siamo sicuramente davanti alla realtà più importante dello scenario stablecoin. E che così rimarrà probabilmente per i prossimi anni, fino a quando si presenterà un serio concorrente. Potrebbe esserlo forse USDC che, guarda caso, ha scelto anch’esso un sistema con riserve e non algoritmico.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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