Sfrutta leggi molto particolari sul capital gain anche per le cripto, poi torna indietro cercando di mungere chi si è trasferito nel paese attirato dalle tue campagne pubblicitarie. È questa la cronaca del Portogallo, che nel giro di un pomeriggio è passato da paradiso cripto a potenziale inferno per le tasse.
Qualcosa che coloro i quali si fidano al minimo degli stati avevano già previsto, ma che comunque lascia l’amaro in bocca, perché in molti avevano creduto nella possibilità che il Portogallo potesse effettivamente essere una sorta di avamposto per la libertà finanziaria.
Sia così o meno il comparto stamattina sembra aver ritrovato una certa forza. Forza sulla quale possiamo investire con Capital.com – vai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con CAPITALE DI PROVA ILLIMITATO – intermediario che offre 140+ cripto a listino e che propone anche strumenti molto avanzati per fare investimenti.
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Il Portogallo ci ripensa e vuole tassare i cripto-investitori
Il Portogallo da amico a nemico nel giro di un pomeriggio. Potrebbe essere questa la cronaca di quanto avvenuto ieri, quando il Ministero delle Finanze di Lisbona ha fatto intendere a chiare lettere di essere pronto a valutare la possibilità di tassare in modo decisamente importante i profitti che derivano da Bitcoin e criptovalute.
Tutto questo mentre negli scorsi mesi il paese si era pubblicizzato come potenziale hub di livello europeo per tutti gli investitori, dato che offriva condizioni fiscali estremamente convenienti, con molti che avevano pensato di trasferirsi proprio da quelle parti grazie a quanto veniva offerto, o meglio non chiesto sotto forma di tasse.
Ora la situazione potrebbe cambiare radicalmente: il Ministro delle Finanze ha detto che è intollerabile avere dei gap di tassazione tra criptovalute e resto del mercato finanziario, e che dunque queste diventeranno oggetto di tassazione. O meglio, che si tasseranno i proventi che arrivano dal mondo cripto.
Il Portogallo si trova in una situazione differente [rispetto agli altri paesi, NDR], perché questi hanno già dei sistemi. Questi paesi stanno già costruendo i loro modelli su questo specifico settore e noi andremo a costruire il nostro. Non voglio dare una data per il momento, ma posso dire che adatteremo le nostre leggi e la nostra tassazione.
Questo il commento del Ministro delle Finanze, che ovviamente ha fatto sollevare più di qualche sopracciglio e che aprirà ad ulteriori polemiche.
Europa destinata a morire di tasse?
A meno di una svolta sul lato legislativo a livello comunitario, possiamo essere quasi certi del fatto che l’Europa rimarrà un continente relativamente svantaggioso per i progetti cripto, sia di sviluppo che di investimento.
Con una fuga che potrà esser invertita soltanto se gli stati decideranno di essere meno rapaci degli eventuali gain che gli investitori riusciranno a portarsi a casa.