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Nuovi dati sulle riserve di Tether | Giù i commercial paper

3 anni fa
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Novità importanti per quanto riguarda Tether, che in un comunicato stampa di pochi minuti fa che riguarda il tema più chiacchierato che riguarda l’universo del più importante stablecoin del mondo, ovvero le sue riserve. Secondo quanto diffuso dalla società di Paolo Ardoino sarebbero stati ridotti i commercial paper detenuti a sostegno del peg di USDT del 17%.

Una buona notizia, che però conoscendo l’ambiente più ostile a Tether siamo già certi che non basterà a placare le polemiche. Tuttavia, ad onor di cronaca e perché riteniamo più che soddisfacenti i passi fatti da Tether, riporteremo per filo e per segno quello che sta avvenendo, tema di grande importante anche in virtù della pessima figura fatta dagli stablecoin algoritmici durante la scorsa settimana.

Una buona notizia per tutto il comparto, dato che da Tether dipende almeno in parte la tenuta del mercato cripto. Mercato cripto sul quale possiamo investire con eTorovai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con STRUMENTI FINTECH esclusivi – intermediario che ci permette di operare su 63+ cripto asset con i migliori strumenti per il trading online.

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Tether rende pubblici nuovi dati sulle sue riserve

È uno dei temi più dibattuti dell’intero universo cripto. Parliamo ovviamente delle riserve di Tether, che sono lì a sostenere il peg con il dollaro del primo stablecoin al mondo per volumi. Uno stablecoin che ha appunto delle riserve dirette convertibili a richiesta, al contrario di quanto facevano ad esempio stable come UST di Terra Luna. Riserve sulla cui consistenza riaffiorano periodicamente delle polemiche, con accuse che dal canto nostro abbiamo sempre ritenuto come eccessive ed esagerate. E con il recente crack di $UST, che si era preso il centro del palcoscenico delle polemiche negli ultimi mesi, ecco tornare alla carica chi accusa Tether di potenziale (e spesso imminente) insolvenza.

Tether riduce anche la quantità dei suoi commercial paper

Le cose non stanno ovviamente così, almeno secondo quanto è stato riportato da Tether, con la verifica anche di MHA Cayman, ente terzo che certifica i dati diffusi da Tether stessa. Secondo gli ultimi dati c’è stata un’ulteriore riduzione dei commercial paper in seno alle riserve dello stablecoin, cosa con ogni probabilità fatta per mettere a tacere delle polemiche a nostro avviso demenziali, trattandosi (come abbiamo avuto modo di ribadire in diretta sul nostro canale YouTube direttamente con Paolo Ardoino) di titoli considerati da sempre sicuri e cash like.

Un po’ di ignoranza, un po’ di malafede, un po’ di FUD, come d’altronde ha ricordato lo stesso Ardoino in chiusura di intervista, invitando tutti a chiedersi un “cui prodest” ogniqualvolta tornano a galla e riaffiorano polemiche infondate sulla qualità delle riserve del gruppo. Riserve che, da certificazione terza, ammontano a oltre 82 miliardi di dollari, dunque a piena copertura dei token emessi su tutti i network supportati da USDT.

Le chiacchiere stanno a zero: Tether dimostra ancora una volta la sua solidità

Anche durante una settimana estremamente complicata per tutto il settore, una settimana che è stata costellata di crack, panico e bank run, Tether ha continuato ad onorare le conversioni senza perdere neanche un colpo e senza far pensare neanche per un minuto di essere in difficoltà. Tutto questo nonostante siano ormai anni che Tether viene accusato di essere al centro di non si sa quale cospirazione per pompare o affondare il mondo cripto. Tesi cospirazioniste riprese recentemente anche dalla migliore stampa nazionale, che per non saperne né leggere né scrivere ha lasciato intendere tra le righe che Paolo Ardoino con Tether sia una sorta di padrone del mondo cripto, pronto però a portare con sé anche i mercati finanziari in caso di crack.

Il solito FUD, che attecchisce in modo decisamente più concreto nei momenti ribassisti di mercato, quando tutti o quasi danno sfogo ai loro istinti più bestiali. Istinti che chi vuole operare su mercati nevrotici come quelli delle cripto e di Bitcoin dovrebbe però cercare di imparare a governare.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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