Continuano i guai per Do Kwon, dopo lo spettacolare e terribile crack di Terra Luna. L’ex prodigio del mondo cripto potrebbe dover rispondere ad accuse molto pesanti in Corea del Sud, dove dei procuratori starebbero indagando sulla possibilità che Anchor in particolare sia stata parte di un articolato Schema Ponzi.
O meglio quello che dalle nostre parti si chiama catena di S. Antonio, sistemi dove i più vecchi partecipanti vengono retribuiti dall’arrivo di capitale fresco per mano dei nuovi iscritti. Accuse fondate? Vedremo se, come e quando avrà luogo il processo.
Questa notizia rimane comunque un buono spunto per valutare anche cos’è accaduto all’ecosistema di Terra Luna e la sottile linea tra degen Defi e schema Ponzi. Linea quanto mai sottile, anche se con il mondo cripto – o meglio con un certo mondo cripto ha in realtà trovato nuova linfa vitale. Prossimo soggiorno con il sole a strisce per Do Kwon? Pagherà davvero con la libertà il rocambolesco crack di $UST e poi di $LUNA? E, ultima domanda prima di partire con il vivo dell’approfondimento, davvero Anchor è diventato uno schema Ponzi soltanto ora che il suo contorno è fallito?
Do Kwon sotto inchiesta in Corea del Sud: Anchor era uno schema Ponzi?
Sono queste le voci che arrivano dalla Corea del Sud. Ci sarebbero dei procuratori interessati a mettere sotto inchiesta Do Kwon, per chi non lo conoscesse ancora il leader di Terra Luna, in quanto Anchor sarebbe stato uno Schema Ponzi, ovvero una Catena di S. Antonio dove i nuovi arrivati avrebbero fornito capitale per pagare gli interessi elevatissimi a chi era arrivato prima di loro. Dato che però c’è del metodo anche per valutare Ponzi o meno, è bene ricordare qualche dettaglio sul funzionamento stesso di Anchor Protocol.
- Interessi intorno al 20%
Anchor aveva effettivamente degli interessi decisamente fuori mercato. Parliamo del 20% circa medio su stablecoin legati al dollaro. Tutto questo mentre il mondo viveva una fase di tassi prossimi allo zero sul dollaro USA. Una somma sicuramente insostenibile, ma non necessariamente parte di uno schema Ponzi a tutti gli effetti. Perché bisogna essere, almeno a nostro avviso, sempre precisi nelle definizioni.
- In realtà a mantenere il sistema erano iniezioni di liquidità
Ovviamente da parte di chi gestiva il protocollo. Liquidità che era stata ottenuta grazie all’enorme spinta di valore data a $LUNA grazie all’adozione di $UST. E qui starebbe l’inghippo, secondo molti. Perché si tratterebbe di un’ulteriore sofisticazione dello Schema Ponzi classico, sul quale saranno chiamati, con ogni probabilità, a giudicare le procure coreane.
- Questione anche in diritto difficile
Se dovessimo giudicare secondo le leggi italiane, sarebbe estremamente difficile valutare l’effettiva sostanza di Anchor in termini di aderenza o meno ai canoni degli schemi Ponzi. Una questione in punta di diritto, che tra le altre cose con ogni probabilità poco cambierà per il futuro di Do Kwon, che dopo il crack del suo ecosistema sembrerebbe aver perso il tocco magico che lo contraddistingueva.
Intanto la sua proposta…
Dovrebbe essere approvata. È stata passata la quota di Quorum necessario per approvare la votazione e c’è, almeno per il momento, una forte preponderanza dei sì. Potrebbe dunque passare la proposta per una nuova chain, proposta all’apparenza invisa alla community ma che sta raccogliendo sostegno tra chi, nei sistemi PoS, può effettivamente cambiare le cose.
Ovvero chi ha in cassa $LUNA. Vedremo come si evolverà questa situazione, ammesso che i problemi legali di Do Kwon non interrompano le magnifiche sorti e progressive di un protocollo che fino ad 1 mese fa sembrava la cosa più grande mai accaduta nel mondo cripto. E del quale oggi invece restano soltanto le rovine.
Con la mente che non può correre che alla splendida poesia di Shelley, seppur con una piccola modifica: “Il mio nome è Terra Luna, re di tutti i re. Ammirate, voi potenti, le mie imprese e disperate”, ma nulla rimane, intorno alle rovine che un rudere colossale.