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Bitcoin contro il riscaldamento globale! | Arriva il report shock

Cambio di rotta. Bitcoin, come tra le altre cose affermavamo su queste pagine nero su bianco, in realtà non inquina, ma potrebbe aiutare a ridurre il problema del riscaldamento globale. Siamo davanti ad una situazione paradossale, almeno per coloro i quali continuano ad attaccare il mining sfruttando proprio il mining e i suoi enormi consumi.

Un cambio di rotta importante che permette di avere delle nuove prospettive per il futuro, proprio perché a parlare non sono gli appassionati di Bitcoin, che ragionevolmente potrebbero avere un vested interest nella cosa, ma chi si occupa professionalmente di ESG.

E se questa idea dovesse iniziare, magari lentamente, a farsi strada anche tra gli specialisti ancora scettici, risulterebbe in un boost di attrattiva per Bitcoin, dato che anche chi predilige investimenti green potrebbe iniziare a prenderlo seriamente in considerazione. Il tutto, come vedremo, grazie al recupero del metano che andrebbe altrimenti disperso.

Bitcoin non inquina granché, anzi, potrebbe aiutare il mondo a diventare più green

E a combattere il riscaldamento globale, del quale Bitcoin, a questo punto senza alcun tipo di base scientifica, era stato ritenuto responsabile. O meglio, ad essere ritenuto responsabile era stato il mining Bitcoin, dato che per l’appunto i consumi energetici di questo tipo di operazioni sono molto alti. Ed essendo alti, secondo il nuovo mantra della riduzione di consumo energetico, dannosi per l’ambiente.

Bitcoin green realtà - analisi
Bitcoin per la rivoluzione green? È già realtà

Ora arriva però uno studio, da parte di Geneious, per tramite dell’analista ESG Daniel Batten, che all’interno di un lungo e dettagliato report che possiamo consultare qui dimostra come in realtà Bitcoin sia una forza sulla quale contare per contrastare il cambiamento climatico.

Ridurre le emissioni di metano è la leva più forte che abbiamo per rallentare il cambiamento climatico. Il mining Bitcoin è la mano più rapida e affidabile che abbiamo su questa leva.

A cosa si riferisce il report? Semplice, a quanto abbiamo già visto fare negli USA, ovvero all’utilizzo del metano flare per generare energia elettrica in loco e quindi non far andare disperso quel gas. Gas che altrimenti verrebbe disperso perché economicamente poco conveniente da trattare, in particolare presso stabilimenti che sono lontani da dove l’energia elettrica verrebbe consumata. Un fattore già esistente e che la recente campagna di Greenpeace contro Bitcoin non ha affatto tenuto in considerazione.

https://www.youtube.com/watch?v=DxZlmk-CL_0&t=1s

Qualcosa di cui abbiamo anche parlato con Federico Rivi durante una delle nostre live, che abbiamo realizzato proprio in concomitanza della nascita del progetto Change the Code, Not the Climate di Greenpeace. Una campagna nata male, basata su falsità già smentite diverse volte e che, fortunatamente, non sembrerebbe aver preso piede. Ma che comunque va contrastata con tutte le nostre forze, dato che siamo davanti ad una questione cruciale per Bitcoin e per il suo futuro.

Verrà data una grande mano anche alla diffusione delle rinnovabili

E di questo non si parla nel report. Segno che c’è ancora moltissimo da fare per evangelizzare il mondo riguardo le potenzialità del mining non solo per chi lo fa, ma anche per le società dove questo va ad installarsi.

Bitcoin forza di cambiamento, non solo perché restituisce a tutti il controllo del proprio patrimonio e delle proprie transazioni, ma anche per coloro i quali sono attenti all’ambiente e vogliono agire quanto prima per contrastare un cambiamento climatico che, almeno secondo le loro convinzioni, potrebbe essere la sciagura che metterà la parola fine sul mondo come lo conosciamo.

Bitcoin c’è – e sarà di aiuto anche a questo tipo di iniziative. E non ci sarà bisogno di panzane come quelle messe in piedi da Greenpeace per tenere lontane le persone da uno strumento davvero rivoluzionario. E che svolgerà il lavoro di Greenpeace meglio dell’associazione stessa.

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