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Portogallo: bocciate tasse sulle cripto? | Caos – facciamo chiarezza

3 anni fa
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È caos in Portogallo in relazione alla tassazione cripto. Quello che era un porto sicuro per il mondo delle criptovalute e di Bitcoin (in particolare per gli investitori) ha provato a fare marcia indietro qualche giorno fa.

Oggi però arriva la bocciatura da parte del Parlamento, anche se in una serie di eventi piuttosto complessa e che non sarà facile andare ad analizzare, in particolare perché già diverse testate hanno contribuito a rendere la questione estremamente difficile da capire. In realtà ad essere bocciate sono state proposte che arrivano dalla sinistra più estrema e non quelle del governo.

Non si può pertanto parlare di pericolo scampato, perché in realtà il governo non ha ancora avanzato la propria proposta, pur avendola preannunciata qualche giorno fa. Una situazione che rimane dunque in bilico e che ci insegna diverse cose sia sul mondo di Bitcoin, sia invece su come gli stati possano essere ritenuti degli alleati comunque poco affidabili. L’adozione, anticipiamo, ci sarà, ma non sarà trainata da questo tipo di entità.

Il parlamento portoghese vota contro la crypto tax, anche se…

Per come è stata raccontata da diverse testate, alcune delle quali anche affidabili, sembrerebbe il diniego da parte del Parlamento Portoghese di approvare tassazione per il mondo delle cripto, lasciando così di fatto la situazione di vantaggio della quale godono oggi i residenti in Portogallo. Una situazione che il governo aveva detto, soltanto qualche giorno fa, di voler cambiare.

Cos’è successo allora? Il governo è andato, utilizzando il gergo parlamentare italiano, sotto? Niente affatto. In realtà la norma contro la quale si è espresso il Parlamento Portoghese arrivava da una proposta di legge legata a due mini-partiti dell’estrema sinistra. Proposta che già sul nascere non aveva alcun tipo di possibilità di essere approvata, vuoi per equilibri politici, vuoi perché la rappresentanza politica di Livre e Bloco, i partiti che hanno proposto la legge, è davvero minima.

Questo dunque non ci dice nulla su quale sarà il futuro effettivo del mondo cripto a Lisbona, dato che ovviamente una proposta che arrivi dal governo avrà molto più seguito, maggiori pressioni per essere approvata e potrebbe incontrare molto più facilmente consensi all’interno del parlamento. Pertanto una non notizia, o meglio, la votazione di una legge che è finita esattamente come tutti si aspettavano.

Uno spunto di riflessione: gli stati si giocano così la loro credibilità

La mossa del Portogallo, che per molti analisti è ormai imminente, ci segnala però una questione che sarà altrettanto importante in termini di possibile adozione di Bitcoin e delle altre criptovalute. Ovvero che gli stati, se dovessero cambiare idea così di frequente, finiranno per giocarsi quel poco di credibilità rimasta anche presso le generazioni più giovani.

Perché se è vero che è legittimo che le leggi cambino, è altrettanto vero che vedere da un governo prima una campagna per “attirare” i cripto investitori, poi un inversione a U per mettergli le mani in tasca non è sicuramente uno spettacolo edificante. Il tutto anche a scapito di chi, eroicamente, vede un futuro diverso per l’Europa, diverso da quel tassa, tassa e ancora tassa che è stato in parte responsabile del tech perso in passato.

Un’esperienza che, almeno a chiacchiere, nessuno vorrebbe ripeter anche con il mondo cripto. Ma se effettivamente dovessimo trovarci di nuovo in queste circostanze, saremo noi stessi a spingere il treno via da un continente che continua a distruggere ogni possibile stazione.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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