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Stati Uniti, oltre 50 milioni USD di criptovalute rubati in poco più di un anno

6 anni fa
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Stando a quanto afferma una fonte citata dal New York Post, oltre 50 milioni di dollari di criptovaluta sarebbero stati sottratti da wallet personali all’interno del territorio statunitense nel corso degli ultimi 15 mesi. Attività fraudolente che, rammenta lo stesso quotidiano, sono peraltro collimate con l’arresto di cinque hacker di età compresa tra i 18 e i 26 anni, accusati di frode e furto di criptovaluta.

Gli hacker arrestati

Tra gli hacker arrestati, rammenta il New York Post, c’è Joel Ortiz, un diciottenne rintracciato Boston: il giovane si era vantato su alcuni social media di uno stile di vita piuttosto fastoso, e la diffusione di alcuni suoi viaggi a Las Vegas hanno poi aiutato le forze dell’ordine a localizzarlo. Attualmente l’hacker è accusato di aver sottratto fino a 15 milioni di dollari di criptovalute, ed è stato condannato a 10 anni di reclusione.

Nicholas Truglia, ventunenne, è invece stato accusato di aver sottratto circa 1 milione di dollari di criptovalute, ed è attualmente impegnato in un processo dopo che l’imprenditore Michael Terpin, lo ha accusato di avergli sottratto ben 24 milioni di dollari in vari token criptovalutari.

Cos’è lo SIM-swapping

Ma perché negli Stati Uniti si sta verificando questa nuova ondata di furti criptovalutari? Secondo gli esperti citati dal quotidiano, la colpa è anche di una tecnica chiamata SIMswapping, non nuova ma recentemente sempre più in “vigore”. Un’iniziativa che – sinteticamente – consente agli hacker di sostituire la SIM del malcapitato con la propria, arrivando in tal modo a ricevere messaggi e notifiche da parte degli operatori di servizio.

A quel punto è possibile domandare a Google e ad altri gestori di servizi il ripristino delle password, fingendo di averle perse: i recenti sistemi di sicurezza prevedono l’invio dei codici via SMS e, a quel punto, una volta avuto accesso alle caselle di posta elettronica, l’hacker potrà facilmente cercare di accedere a fonti più sensibili, come i wallet criptovalutari.

Redazione Criptovaluta.it®

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