Il buon andamento di Bitcoin nel corso delle ultime settimane ha forse influenzato le strategie di molti trader, convinti che le criptovalute avrebbero intrapreso con decisione una tendenza bullish. I più ottimisti hanno inoltre pensato che la più nota e capitalizzata criptovaluta del mondo avrebbe toccato i massimi colpiti alla fine del 2017, quando BTC sfiorò i 20 mila dollari per token.
Weiss Ratings, ad esempio, la società che ha lanciato – prima al mondo – i rating sulle criptovalute di cui ogni tanto parliamo su queste pagine, la pensa contrariamente. L’azienda ha infatti diramato su Twitter la convinzione che l’ondata bullish per BTC impedirà comunque alla corsa della criptovaluta di ritoccare gli storici massimi che aveva conseguito oramai sedici mesi fa.
Per gli analisti della compagnia, il denaro che oggi può confluire su questo asst è oggi inferiore rispetto a quanto avrebbe dovuto essere il “bacino” necessario per poter spingere così in alto il prezzo della valuta digitale. Ne deriva che la corsa bullish del prossimo futuro avrà meno spinta da “assorbire” rispetto al passato.
Più nel dettaglio, nel tweet Weiss Ratings afferma che la prossima “corsa” dei tori della criptovaluta non sarà di dimensioni più grandi di quanto già sperimentato in passato, accennando al fatto che ogni ondata bull sullo stesso asset tende ad essere più ridotta di quella precedente.
Ricordiamo, in tal proposito, che però le tendenze bullish nella criptovaluta sono state invero piuttosto poche, considerata la straordinaria volatilità dell’asset e, soprattutto, la sua giovane età. E ricordiamo anche che, in realtà, alcuni rally hanno superato i loro predecessori. Si pensi a quando Bitcoin nel 2013 riuscì a sfondare per la prima volta il tetto di 1.000 dollari, superando così la soglia dei 15,7 miliardi di dollari di capitalizzazione.
Il rally successivo è poi iniziato alla fine del 2016, con Bitcoin che superò in quell’occasione di nuovo il limite dei 1.000 dollari, all’inizio del 2017, diventando così spinta propulsiva per la grande corsa che a febbraio dello stesso anno permise a BTC di rompere il massimo storico di 1.149 dollari, ovvero oltre i 20 miliardi di dollari di capitalizzazione.
Più nota è la terza corsa, che permise a Bitcoin di superare i 19.000 dollari, con oltre 800 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato, ovvero più di 50 volte la sua valutazione per il 2013. Insomma, il passato ci dice che quanto avvenuto è esattamente il contrario di quanto stimato da Weiss Ratings: le corse dei tori sono sempre state superiori a quelle precedenti.
Ad ogni modo, quanto sopra non è certo l’unica previsione ribassista compiuta da Weiss Ratings. Che, ad esempio, ha affermato che il mercato del Bitcoin è attualmente in una condizione di “ipercomprato” secondo quanto suggerisce il suo modello di analisi, affermano poi che BTC tornerà indietro verso un prezzo di 4.000 dollari. Sebbene l’agenzia non abbia ha fornito una precisa linea temporale per questo ritorno su soglie più contenute, risulterebbe dunque intuibile una contrazione del prezzo di Bitcoin di almeno il 20% rispetto a quanto oggi in vigore.
Sarà così? Voi che ne pensate? Ritenete che la strada di BTC sarà quella di una tendenza al rialzo verso i pasti passati, oppure sia meglio adottare posizioni short sulla più nota criptovaluta?
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