Potremmo chiamarlo il mese dei dejavu. Justin Tron ha confermato a mezzo Twitter di aver impegnato 100 milioni di dollari in Tether per l’acquisto di Bitcoin e Tron, al fine di arricchire le riserve della DAO che dovrebbe fare da sostegno al progetto stablecoin lanciato qualche settimana fa, ovvero USDD.
Un sistema che poggerebbe, sempre a detta di Justin Sun, su ampie riserve, con la DAO che però così decentralizzata almeno per il momento non sembrerebbe essere e che continua a comportarsi come una banca centrale.
Qualcuno, tra i bitcoiners più accaniti, avrà avuto brividi lungo la spina dorsale. Altri invece avranno applaudito alla mossa di Tron, che arricchisce il suo monte $BTC. E in molti ci hanno già investito, cosa che si può fare anche con eToro – vai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con il TOP del FINTECH – intermediario che offre Tron all’interno di un listino di 72+ cripto, che propone al tempo stesso anche accesso al mondo degli strumenti finanziari più puri.
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Tron compra 100 milioni per sostenere il cambio di USDD
La storia sembrerebbe seguire le orme dell’innominabile stablecoin dipartito prematuramente e che ha lasciato molti investitori con le proverbiali pive nel sacco. Tron DAO avrebbe infatti acquistato 100 milioni, non è chiaro in che proporzione tra le due, in Bitcoin e Tron, che andranno a fare da cuscinetto in caso di depeg di USDD dal valore di 1$.
In parole povere, le riserve che Tron sta accumulando verrebbero liquidate nel caso in cui ci fosse in realtà bisogno di vendere a mercato per sostenere il cambio 1:1. Una mossa che abbiamo già visto utilizzare da parte di altri progetti e che talvolta ha lasciato gli investitori con l’amaro in bocca e con un profondo rosso in portafoglio.
Questa volta però, ci garantisce Justin Sun, sarà diverso, perché in realtà USDD è sovracollateralizzato, ovvero ha riserve superiori al circolante. Cosa che è matematicamente vera, almeno per il momento, ma che andrebbe analizzata con maggiore dovizia di particolari.
Lo stato delle riserve di USDD
Qualcuno avrà storto il naso, perché ci si è liberati di uno stablecoin stabile per definizione in quanto coperto da riserve 1:1, ovvero Tether, in cambio di asset che invece sono per loro stessa definizione instabili, come Bitcoin e Tron. Tra le altre cose Tron fa anche da backing diretto di USDD, e questa non sembrerebbe essere una buona idea, perché a fare da supporto per lo stable ci sarebbe la stessa cripto che viene “creata” quando qualcuno vuole liquidare i propri USDD. Tolto questo, vale la pena di fare qualche calcolo aggiuntivo.
- Collaterale del 200%
È un numero che, come tanti su Twitter, non capiamo neanche noi. A quanto ci pare di leggere sul sito ufficiale del progetto abbiamo da un lato emissioni per poco più di 700 milioni di dollari nel momento in cui scriviamo, dall’altro riserve per poco più di 710 milioni. Tuttavia viene indicato come collaterale complessivo il 200%. Questo perché nel computo vengono inseriti anche i 700 milioni di Tron che sono stati bruciati. Il che ci potrebbe, in linea di massima, anche stare.
Se non fosse che chi deciderà di liberarsi di USDD riceverà appunto 1$ in Tron. E questo renderà il circolante della cripto maggiore e quindi potrebbe abbassarne il prezzo.
- La questione Bitcoin
In cassa, per il momento, sono indicati circa 14.000 Bitcoin, che al prezzo attuale sono poco più di 50 milioni di dollari in controvalore. Si tratta al momento di circa 1/14 del totale circolante di USDD e quindi poco potrà fare in caso di depeg. Inoltre nella sua breve ma intensa storia, Bitcoin ci ha anche dimostrato come in realtà sia più che capace di perdere (o guadagnare) in pochissimo tempo cifre importanti, e che dunque almeno per il momento come asset di riserva per un peg non è poi da considerasi così solido.
Sebbene auguriamo tutta la fortuna possibile al nuovo progetto di Justin Sun, la situazione crediamo sia molto diversa da come viene rappresentata. Il collaterale al 200% è in realtà un artificio e paragonarsi a Tether o USDC in questo senso è, passateci il termine forte, ridicolo. Tether ha cash e titoli cash-like in cassa che può liquidare con pochissimo stress. Lo stesso non si può ancora dire di Bitcoin e, ce ne scampi il destino, Tron. Avremmo preferito che quei 100 milioni di Tether fossero rimasti, per la stabilità del sistema, in quella forma.