SEC sulle tracce di Do Kwon e più in generale di Terra Labs, in una mossa che però non sarebbe collegata al crack dell’intero ecosistema, almeno secondo quanto fatto circolare sulla stampa USA.
L’authority che ha potere di vigilare sui mercati negli Stati Uniti ha ricevuto l’OK dalla corte a procedere per una vecchia subpoena che riguardava Mirror Protocol e che fu consegnata, in realtà in modo inusuale e rocambolesco, proprio a Do Kwon qualche tempo fa.
Sebbene appunto c’entri poco con il crack di Terra Luna, è l’ennesimo problema legale per una società che sta cercando, anche se non si è ancora capito in quali termini, di ripartire a caccia di stabilità con il suo Terra Luna 2.0, stabilità che sembrerebbe essere però poco più di un wishful thinking, dato che le attenzioni delle autorità nazionali e internazionali continuano ad accumularsi.
Tutto nasce da un ricorso presentato da Do Kwon in relazione ad una sub poena, ovvero l’obbligo a a testimoniare per un soggetto privati, che può essere imposto da parte di un’autorità governativa o statale. Tale obbligo fu imposto a Do Kwon qualche mese fa, in relazione all’altra sua creatura, Mirror Protocol.
Un protocollo che per l’appunto garantisce la possibilità di investire su azioni sintetiche sotto forma di token, ovvero token crypto che replicano l’andamento delle più popolari azioni delle borse internazionali. Sistema che è saltato metaforicamente in aria dopo il crack UST.
Progetto che tra le altre cose non ha raggiunto il quorum sui recenti proposal per cercare di ripartire e sul quale si stanno interrogando, almeno a nostro avviso, in troppo pochi, dato che le speranze di rivederlo operativo sono ormai ridotte al lumicino.
Dietro la sub poena in questione si creò un caso che forse avrebbe dovuto indicare a tutti la natura del personaggio pubblico che Do Kwon ha costruito intorno a se stesso. In prima battuta il coreano infatti negò di essere stato destinatario di tale obbligo, per poi invece ritrattare, quando era diventato ormai inutile negarlo.
Seguendo un po’ quello che è il personaggio che si è costruito, in modo relativamente ardito decise di contro-denunciare SEC, cosa che però adesso è arrivata a destinazione (e non nella stazione che piace a Do Kwon), dato che la Corte d’Appello del Secondo Circuito ha rifiutato l’appello di Kwon, indicando dunque la validità e la legalità della richiesta di SEC.
Difficile pensare che con una situazione compromessa anche sul piano legale a questi livelli ci possa essere la forza, da parte di Terraform Labs, di portare avanti i nuovi progetti, o meglio di recuperare un minimo di stabilità,, quella che è necessaria per la crescita.
Il progetto ha provato a ripartire da zero, e pensare ad una traiettoria come quella del “vecchio” sistema di Terra Luna. Sistema il cui valore era legato in larga parte al successo di UST. Con il successo di UST, in una sorta di fiera dell’est, che era legato ai tassi insostenibili (anche secondo gli sviluppatori) offerti tramite Anchor.
Il tutto anche con la possibilità che ci siano altre autorità, in altri luoghi del mondo, a volerci vedere chiaro. E per quanto il mondo delle cripto sia relativamente etereo, quando di mezzo ci sono personaggi riconoscibili e società registrate, non si può scappare in eterno.
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