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Finlandia, approvata la riforma per regolamentare le criptovalute

Parlare di criptovalute significa anche e soprattutto parlare di come vengono affrontate nei diversi stati le leggi in materia. Inizialmente questo tipo di moneta virtuale è nato per essere una moneta di scambio del deep web, una parte di internet non accessibile con i motori di ricerca e soprattutto dove non c’è molto di legale. Da quando Bitcoin ha fatto conoscere questo tipo di progetto nel mondo, tuttavia, le cose sono cambiate. Oggi la maggior parte degli interessati al mondo crypto sono investitori in cerca di speculazione e persone che intendono utilizzarle per gli scambi nell’economia reale; anche grazie alle app decentralizzate, ormai le criptovalute non sono più “per pochi”.

Come spesso avviene, quando una riforma importante viene approvata nel mondo cerchiamo subito di raccontarne i dettagli per approfondire la questione ed evidenziare le differenze tra le diverse legislazioni.

La riforma finlandese

Dalla prossima settimana in Finlandia ci saranno nuove regole. Queste si applicheranno in particolar modo agli exchange, ai wallet di criptovalute e a chi vuole lanciare una ICO; sono meno gli aspetti che riguardano invece gli investitori privati. La prima grande notizia è che tutti questi servizi verranno disciplinati e monitorati direttamente dalla Fin-FSA. L’acronimo sta per Finnish Financial Supervisory Authority, ed in buona sostanza si tratta dell’equivalente finlandese della nostra Consob.

Il fatto che l’autorità che regolamenta gli scambi di Borsa sia anche quella che regolamenta gli exchange di criptovalute, lo abbiamo sottolineato anche in altre occasioni, è in parte una legittimazione di questi strumenti come veri e propri asset. Inoltre fa in modo che sul mercato vengano imposti dei parametri a tutela degli investitori, cosa che sicuramente favorisce una migliore percezione di questi asset presso gli investitori privati.

La riforma si basa sostanzialmente sui criteri di onorabilità e sicurezza degli exchange, dei wallet e delle ICO. Gli operatori dovranno dimostrare, prima di tutto, di operare secondo le normative europee contro il riciclaggio di denaro; tutti gli Stati membri, entro il prossimo anno, dovranno aggiornare le normative in merito alle criptovalute sulla base di queste disposizioni. Inoltre si chiede agli operatori di mantenere i fondi degli utenti separati da quelli dell’azienda, di utilizzare sempre i massimi criteri di tutela e di non condurre operazioni finanziarie sospette. In particolar modo, sembra che la regolamentazione sia anche un modo per scoraggiare l’evasione fiscale da parte degli exchange. Dall’altra parte dell’oceano, infatti, i crypto-evasori sono diventati un tema molto importante per gli Stati Uniti.

A breve il turno dell’Italia

Nell’agenda politica del nostro Paese si parla di tutt’altro; le elezioni europee sono alle porte ed ogni partito fa la sua campagna elettorale, ma nessuno sembra interessato a parlare di criptovalute. Di fatto, però, l’Italia dovrà adeguarsi come la Finlandia a quanto deciso in sede europea entro poco tempo. Questo sprone potrebbe portare anche il nostro Paese a regolamentare più in generale il comparto crypto, magari proprio mettendo gli operatori sotto il controllo della Consob.

L’augurio è comunque quello di non vedere sottovalutato questo tema, con un adeguamento-lampo dell’ultimo minuto giusto per evitare le multe da Bruxelles. Per l’Italia sarà presto l’occasione di rimettere le criptovalute tra i temi su cui avere una linea ed una programmazione, e ci auguriamo che le cose vengano fatte al meglio.

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