I NFT continuano ad incrociarsi con il mondo dell’arte, questa volta alla Biennale di Venezia, dove il messaggio che viene accompagnato ad uno speciale token non fungibile è però anche politico.
Parliamo di Julian Assange, sulle cronache di tutti i giornali del mondo per l’estradizione verso gli USA a cui è stato condannato (e dove fronteggerà un processo che in molti ritengono ingiusto in partenza), che sarà oggetto di uno speciale NFT che verrà presentato proprio in laguna, durante uno degli appuntamenti più importanti per l’arte a livello mondiale.
Una collezione che ci ricorda anche quanto sia ormai forte anche in termini di immaginario collettivo un settore che in molti hanno dato per prematuramente defunto. Un settore sul quale possiamo investire anche con eToro – vai qui per ottenere un conto virtuale gratuito e con il TOP degli STRUMENTI – intermediario che ci permette di investire su tutti i migliori progetti del mondo cripto legato ai NFT.
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Che i NFT siano ormai indissolubilmente legati all’arte non dovrebbe essere un mistero per nessuno. Ne abbiamo già parlato giorno per giorno sulle pagine di Criptovaluta.it, indicando anche come fortemente in crescita il legame tra questi due settori.
Questa volta però alla Biennale di Venezia si aggiunge anche una sorta di tassello politico, perché tale è la battaglia di chi difende i diritti di Julian Assange, capo di WikiLeaks e per questo a processo negli USA, paese verso il quale è stato estradato dalle autorità britanniche. Una questione che attraversa la politica a livello radicale, in quello che conta effettivamente nelle nostre società: la libertà di parola e di cronaca, anche quando in ballo ci sono segreti militari e di stato.
Una storia intorno alla quale si sono creati due schieramenti fortemente polarizzati, con gli appassionati cripto che mediamente parteggiano per Assange. E che verrà ricordato quest’anno anche alla Biennale di Venezia proprio con una serie di NFT speciale, creata dall’artista greco di Miltos Manetas, già noto agli esperti di arte digitale.
Manetas è lo stesso che all’interno della Biennale ha creato nel 2009 il padiglione Internet, che appunto quest’anno, durante la settima edizione dalla nascita di questa iniziativa, ospiterà appunto AIIA: Assange is Internet, Internet is Assange.
Assolutamente sì, cosa che segnala almeno ad avviso di chi vi scrive l’enorme forza anche in termini concettuali di questa tecnologia, invisa a parecchi dello zoccolo duro tradizionalista del mondo cripto.
Ma sarà comunque l’arte ad essere uno dei punti di riferimento del mondo NFT. Lo abbiamo visto ieri con gli impressionisti del museo di Boston diventati NFT e lo abbiamo visto in passato con opere di Picasso e di altri grandi artisti. Il trend continuerà, nonostante il mercato abbia davvero poco da offrire in questo periodo in termini di volumi e di domanda da parte degli utenti.
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