Nelle attuali situazioni in cui versa lo Sri Lanka c’è ben poco da ironizzare, anche se la tentazione è forte una volta letto l’ennesimo dispaccio della Banca Centrale locale, un’autentica casa di carta corresponsabile delle pessime condizioni economiche in cui versa il paese.
Sì, perché la massima autorità monetaria del paese ci ha tenuto a ribadire il ban per le criptovalute, verso le quali potrebbero comunque confluire i cittadini per cercare di mettere al riparo il loro patrimonio dalla catastrofe finanziaria, economica ed umana che ha colpito il loro paese.
Tutto va a rotoli, ma giammai passare a Bitcoin o alle criptovalute, pena la persecuzione della giustizia, quella con la G maiuscola. Ma ha davvero senso? Cerchiamo di capire cosa sta avvenendo su questo fronte in Sri Lanka, un paese al quale auguriamo un pronto ritorno alla normalità.
Finiti i soldi, finita la festa, ma non l’acredine verso le cripto
Una situazione assolutamente fantascientifica. Nonostante abbia trovato poco spazio sui nostri TG, lo Sri Lanka sta attraversando quella che è forse la crisi peggiore della sua storia. Soldi finiti, riserve estere terminate, difficoltà per una larga parte della popolazione a far fronte alle necessità anche più modeste.
In questo caos ha deciso bene di intervenire la CBSL, ovvero la Banca Centrale dello Sri Lanka, che in una conferenza stampa ha ribadito la sua totale avversione al mondo delle criptovalute, al mondo degli exchange e anche dei progetti per la decentralizzazione della moneta.
I pagamenti in cripto continuano ad essere fuorilegge, occhio dunque a cercare di scappare verso stablecoin o verso altro tipo di cripto asset. E occhio anche a chi vuole investire, questione ribadita con i soliti toni perentori da film dell’orrore.
Il pubblico è avvisato riguardo la possibile esposizione a rischi significativi di tipo finanziario, legale e operativo, e riguardo anche quanto concerne la protezione dei clienti, rischi legati agli investimenti in valute virtuali. Il pubblico è altrettanto avvisato riguardo la possibilità di cadere vittima di schemi offerti su Internet o su altro tipo di media.
Tutto nel calderone dunque, dagli schemi Ponzi a strumenti che varrebbero davvero un minimo di libertà finanziaria e di protezione per cittadini falcidiati da malapolitica, malafinanza e cattiva gestione da parte della Banca Centrale. Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere davanti ad una tragedia anche umanitaria di enormi proporzioni.
Nel collasso non c’è spazio per riconsiderare nulla, quando si è dal lato giusto del tavolo
Una lezione per chi pensa che il cammino verso la libertà garantita da Bitcoin sarà privo di ostacoli. Anche davanti al disastro totale i gruppi che tale disastro lo hanno causato, per avidità di voti e di denaro, non si tireranno indietro.
C’è anche da dire però che la specifica natura del mondo cripto e in particolare di Bitcoin permetterà comunque a chi vorrà fare da sé di rifugiarsi in una moneta più solida di quella locale. Moneta quest’ultima che ha perso anno su anno il 54% del suo potere d’acquisto. Per i benestanti forse un problema da poco, per una popolazione invece già ridotta alla fame questione di sopravvivenza. E cosa fare se non proibire, anzi, continuare a proibire i pagamenti in criptovalute?