Proprietà intellettuale sui Non fungible Token, ossia la spinosa materia che gli uffici di marchi e diritti d’autore americani stanno studiando per venire a capo di un problema che già sta creando qualche grattacapo a giudici e legislatori.
Al centro della questione, su richiesta dei senatori Patrick Leahy e Thom Tillis, nodi irrisolti in fatto di proprietà intellettuale, diritti di licenza e trasferimento dei NFT. Intanto negli States, i casi che finiscono in tribunale si moltiplicano.
Un passaggio “normalizzante” necessario per l’intera industria, che potrà avere dei risvolti positivi sull’utilizzo dei token non fungibili, con i protocolli che potrebbero sicuramente cercare di capitalizzare questa eventualità. Possiamo investire su questa svolta con eToro – vai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con il TOP degli STRUMENTI DI TRADING – intermediario che offre 75+ cripto anche nel settore di quelle infrastrutturali per il mondo dei NFT.
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Un’azione trasversale, una battaglia bipartisan di cui si sono fatti portatori Patrick Leahy e Thom Tillis, senatori provenienti rispettivamente da Vermont e North Carolina. Democratico il primo, repubblicano il secondo, entrambi uniti nel richiedere agli organi competenti di approfondire gli aspetti legati a diritti d’autore e proprietà intellettuale in relazione all’utilizzo dei NFT.
l’Ufficio Brevetti e Marchi, e l’Ufficio Copyright degli Stati Uniti per tutta risposta hanno pensato di indire una serie di consultazioni con addetti ai lavori ed esperti del settore. Ancora non sono emersi dettagli in tal proposito, né tantomeno sono stati fatti nomi da poter segnalare. Continueremo a seguire la vicenda che, ne siamo certi, non mancherà di attirare l’attenzione del mondo cripto. Prima o poi dovrà finire in aula per essere discussa, magari rientrando in qualche programma di regolamentazione più corposo.
Per ora l’ufficio brevetti si ritrova con una bella gatta da pelare tra le mani: non vorremmo essere nei panni dei colleghi di Michael Kondoudis, avvocato che conosciamo per aver seguito i brevetti NFT della Premier League e che di tanto in tanto torna sulle nostre pagine. Del nostro avevamo parlato anche in occasione del caso Kraft, con la multinazionale del food impegnata a proteggere alcuni dei suoi marchi per futuri utilizzi nel metaverso e in ambito Non Fungible Token.
In entrambi i casi abbiamo visto il buon Kondoudis impegnato in pratiche che nulla avevano di controverso, con l’inossidabile avvocato dal tweet facile pronto a sbandierare via social i successi del suo United States Patent and Trademark Office. La notizia di oggi invece ci porta all’attenzione una serie di cause legali che nascono proprio dall’utilizzo dei NFT.
Sono coinvolti nomi noti, come facile immaginare se si parla di sfruttamento dei diritti di immagine e di proprietà intellettuale: da Nike contro StockX al rapper Lil Yachty contro due etichette discografiche, i casi negli States si moltiplicano. Tra questi figura un altro nome illustre: Quentin Tarantino, citato da Miramax per aver tentato di lanciare scene inedite del suo Pulp Fiction sotto forma di Non Fungible Token.
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