Novità, non esattamente brillanti, dal caso Celsius, dopo che il gruppo ha annunciato il ricorso al Chapter 11 del diritto USA, una procedura di bancarotta tesa però al tentativo di recupero della stabilità e alla ristrutturazione delle posizioni debitorie, particolarmente gravose per il gruppo.
Notizie, quelle arrivate poco fa, che riguardano l’effettiva situazione finanziaria del gruppo, con un ammanco totale di circa 1,2 miliardi di dollari, il grosso dei quali nei confronti dei clienti, con qualche esposizione anche verso FTX e verso un misterioso fondo che per qualche analista potrebbe essere comunque ricondotto al gruppo di SBF.
Una situazione che finalmente diventa chiara, dopo che negli scorsi giorni erano circolate somme addirittura più alte. Una quantità di debito che sarà difficile recuperare, tenendo anche conto del fatto che molte delle liability dovrebbero essere prezzate in cripto e che dunque un rialzo del mercato non sarà in grado di mettere in pareggio. Ma cerchiamo di vederci più chiaro su quanto sta avvenendo all’interno di una società il cui crack è diventato simbolo dell’attuale crisi di mercato.
Celsius: 1,2 miliardi di buco netto
La situazione è relativamente complessa. Si parte con un’esposizione di circa 4,7 miliardi verso gli utenti, 210 milioni verso fondi, 180 milioni in termini di servizi di custodia e in aggiunta 390 milioni verso enti non meglio specificati. Una posizione debitoria di circa 5.500 milioni, ovvero 5,5 miliardi.
A fronte di questa posizione debitoria ci sarebbero asset per circa 4.300 milioni con la seguente composizione: cash in banca per 170 milioni, circa 1.750 milioni di dollari in criptovalute, 720 milioni di dollari in asset per il mining, in aggiunta a quanto è detenuto a titolo di custodia, in crediti verso terzi e ad altri tipi di utilità, tenendo conto anche dei token CEL che il gruppo ha ancora in cassa.
Con una situazione del genere diventa, almeno a nostro avviso, estremamente difficile tentare un recupero, dato che i cripto asset di qui è in possesso il gruppo dovrebbero più o meno raddoppiare di valore, per permettere di avere liquidità sufficiente per coprire gli ammanchi.
Con ogni probabilità qualcuno rimarrà scontento, ferma restando la possibilità per il gruppo di recuperare con prestiti di terzi. Ipotesi che si era paventata soltanto qualche settimana fa con l’impegno non confermato di Goldman Sachs, insieme ad un altro supposto interesse da parte di FTX.
Ed è proprio la posizione di FTX ad aprire a qualche dubbio per quanto riguarda sia il presente sia il futuro di Celsius. Perché uno dei fondi che vanterebbero posizioni importanti presso Celsius potrebbe essere ricondotto, sebbene per vie traverse, alla stessa FTX.
Chi c’è dietro Lantern Ventures?
È stata fonte di pettegolezzo la presenza tra i creditori, per circa 81 milioni di un fondo con sede alle Cayman, ovvero Pharos USD, fondo del quale si conosce molto poco se non la mail di chi lo ha registrato, che farebbe capo a tal Lantern Ventures, non chiaro se riconducibile all’omonimo trader cripto con sede a Londra.
Interessante il fatto che molti dei personaggi interni a Lantern Ventures abbiano legati piuttosto evidenti con FTX, non è chiaro in che ruolo oggi. Un mistero che dunque si addensa, senza che però le posizioni attualmente conosciute possano costituire per FTX fonte di preoccupazione.
Rimane poi da considerarsi il fatto che molti degli asset sui quali Celsius può fare affidamento non sono liquidi, come i 700+ milioni attribuiti alle sue attività di mining. Cosa che complica ulteriormente la possibilità di recupero di liquidità sufficiente a coprire li debito che gli è stato ascritto.