Lo diciamo non senza un pizzico di orgoglio: siamo stati i primi a fornire una disamina completa di quanto stava avvenendo con Celsius e con la sua procedura di bancarotta ex Chapter 11. E siamo stati anche i primi ad indicare come molto lunghi i tempi per un eventuale recupero da parte dei clienti dei propri fondi.
Ora con il piano che Celsius avrebbe sottoposto al tribunale che sta seguendo la vicenda ne abbiamo la certezza: le alternative che saranno proposte ai clienti saranno due. O accontentarsi di un rimborso immediato (di una parte però molto ridotta) oppure dovranno aspettare, con ogni probabilità, anni.
Una situazione sicuramente non ottimale né idilliaca, che però è frutto di quel Chapter 11 che consentirà all’azienda di continuare ad operare mentre cercherà un accordo con i creditori. Creditori che sono, come abbiamo già visto su queste pagine in larga parte proprio gli tenti che avevano immobilizzato i propri capitali sulla piattaforma.
Una storia simile a quella di tanti altri fallimenti, che sarà inoltre ancora più problematica per quegli utenti che operano al di fuori degli USA, almeno in queste battute iniziali. Ma vediamo cosa c’è in ballo e come potrebbero muoversi clienti e creditori sul breve.
Opzioni che sono ovviamente, sul breve periodo, limitate alla scarsa liquidità di cui il gruppo è in possesso, che potrebbe però arricchirsi sul breve delle risorse in capo alla divisione mining del gruppo, che avrebbe ancora delle riserve liquide in Bitcoin.
Ad ogni modo si tratterà, e guai a pensare il contrario, di un percorso relativamente lungo che partirà con il tentativo di recupero di Celsius dei crediti che vanta verso terzi (a quanto pare anche verso 3AC, che sta affrontando anch’essa una procedura fallimentare) – per poi iniziare ad offrire ai clienti la possibilità di scegliere tra due opzioni.
La prima sarebbe quella di ottenere un rimborso parziale ma definitivo, la seconda invece di andare long sulle cripto, ovvero detto per i comuni mortali andare ad aspettare che l’azienda, forse, riesca a rimettersi in sesto.
Con un ulteriore problema, ovvero che nessuno per il momento è certo di come le corti USA tratteranno le procedure fallimentare applicate ad un’azienda che tratta criptovalute. Problema che è stato sollevato anche da Barnes & Thornburg, come rilevato da CryptoSlate.
La situazione è piuttosto complicata, come tutti i fallimenti di queste proporzioni, con l’aggiuntiva incognita sia per quanto riguarda gli attivi del gruppo sia per quanto riguarda la possibilità di far fronte anche ai pagamenti di breve periodo.
La palla, per ora, ripassa al tribunale, con un primo target per le risoluzioni che è di circa 6 mesi. Nel frattempo ci saranno notizie su come dovranno muoversi i creditori, ovvero in questo caso in larga parte i clienti, anche dall’Europa.
Ultimo degli scenari che sta emergendo è il fatto che il TOS di Celsius non avrebbe categorizzato i trasferimenti come depositi, ma come effettivo trasferimento di proprietà. Se questa dovesse essere anche l’opinione della corte, ci troveremmo davanti ad un’ulteriore grana per i clienti.
Perché diventerebbero dei creditori di Serie B, ovvero creditori da rimborsare dopo i creditori privilegiati. Una situazione complessa, che però offrirà almeno in potenza la possibilità per gli utenti di rivedere del denaro. In caso di bancarotta diretta e fallimento questa opportunità sarebbe stata ancora più remota.
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