Il mining Bitcoin rimarrà uno degli snodi fondamentali anche per capire lo stato di salute finanziaria e non del network che permette a $BTC di essere minato e poi trasferito. E benché se ne parli relativamente poco, in realtà i miner hanno già giocato un ruolo fondamentale all’interno della crisi che stiamo ancora affrontando.
E le notizie che arrivano sono diverse: da tagli del personale all’impiego di nuove macchine, alla ricerca di un’efficienza tramite la quale passeranno anche gli obiettivi di sostenibilità dell’industria. Ultima notizia arrivata da questo comparto è l’allargamento di Compass Mining, che sarebbe pronta ad aggiungere altre 25.000 macchine ASIC in Texas, cosa che non potrà che innescare altre polemiche ma che al tempo stesso segnala l’estrema forza di un comparto che ha appena attraversato 3 mesi di paura e delirio.
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Il mining Bitcoin è una delle componenti fondamentali dell’intero ecosistema e ormai da diverso tempo lo è anche a livello finanziario. In particolare negli Stati Uniti sono diverse le società ben articolate che svolgono questo tipo di attività, così come ce ne sono addirittura di quotate in borsa.
Tra le più importanti troviamo Compass, che nonostante abbia dovuto ridurre di recente il personale ha comunque dato seguito ai suoi piani di espansione in Texas, dove grazie alla collaborazione con North Compute allargherà il suo parco macchine di ben 25.000 unità, in una centrale che utilizzerà particolari sistemi per ridurre l’impatto ambientale e anche l’utilizzo di acqua.
Il tutto in uno stato dove soltanto qualche giorno fa, per fare il proprio durante una terribile ondata di caldo, diverse società di mining hanno accettato di spegnere le proprie “centrali” di mining, dimostrando così anche un certo livello di integrazione nelle questioni più direttamente sociali.
Mining che rimane così al centro di un dibattito anche politico, del quale abbiamo visto qualche sviluppo anche in Europa, in particolare in Svezia. Mining che tra le altre cose è anche al centro di campagne di attacco mascherate verso Bitcoin e che dunque continuerà a rivestire un ruolo importante nel dibattito pubblico.
Un dibattito pubblico che però sarà interno anche agli investitori in Bitcoin, dato che tra i maggiori venditori di $BTC durante questa ultima fase di crisi ci sono stati proprio i miner, che si sono liberati di quanto accumulato anche a caccia di liquidità per le operazioni correnti.
In realtà il meccanismo che regola il mining di Bitcoin funziona. E sebbene con qualche incertezza dovuta anche al prezzo di $BTC, continuerà a supportare il funzionamento di un mercato libero, dove i più grandi scompensi e le più grandi incertezze arriveranno quasi sicuramente dal tentativo statale di ficcare il naso in questo tipo di attività.
Ieri vi abbiamo raccontato dei passi in avanti fatti in termini di ecologia, così come da tempo assistiamo ad uno spostamento dei miner verso giurisdizioni all’interno delle quali organizzare una produzione “green” è decisamente più facile.
Questo è quanto avviene in realtà, al contrario purtroppo di quanto viene raccontato dalla stampa mainstream. Compasso dopo dei licenziamenti ha allargato i suoi scopi operativi e aumentato il numero di macchine impiegate? Poco male, anzi, ci saranno basi più solide per vedere più personale coinvolto in futuro quando il mercato tornerà a correre. Mercato che continuerà a regolarsi per conto proprio, garantendo profitti a chi contribuisce alla sicurezza del network e, dati alla mano, anche un percorso green che metterebbe a tacere i contestatori, se solo avessero un briciolo di onestà intellettuale.
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