Diversi dei nostri lettori si saranno già accorti della performance non esattamente entusiasmante di Audius durante il weekend. Performance che è dovuta ad un hack che ha alleggerito le tesorerie del progetto.
Il tutto, cosa che ha innescato qualche polemica, nonostante i contratti fossero stati sottoposti a full audit, segno del fatto che anche questo tipo di attività non può mettere completamente al riparo da eventi di questo tipo.
Notizia che ha innescato la solita ondata di polemiche, che ha travolto il progetto (che rimane però solido e vedremo perché), chi ha condotto gli audit sugli smart contract (e qui sono più fondate le polemiche) e anche più in generale quel mondo legato alle criptovalute e alla blockchain che punta a sostituire servizi del vecchio web, in questo caso Spotify e i principali servizi di streaming.
Una situazione sicuramente non ideale, sulla quale però c’è stata piena e completa trasparenza da parte del gruppo che gestisce Audius, cosa purtroppo non sempre presente e di cui va dato merito a chi sta gestendo un protocollo di grande interesse commerciale.
Hack milionario su Audius – e $AUDIO paga il prezzo dell’attacco
La storia è come tante abbiamo già visto nel mondo della finanza decentralizzata e che nel tempo abbiamo visto ripetersi anche nel mondo del gaming e che ora, forse per la prima volta in queste proporzioni, finisce anche per colpire il mondo dei servizi su chain che vogliono offrire alternative decentralizzate a servizi che siamo abituati già ad utilizzare sul “vecchio web”.
Audius è stato attaccato per circa 1 milione di dollari, somma forse poco rilevante all’interno del panorama cripto, abituato ad hack di proporzioni ben maggiori, ma comunque segnale del fatto che nello sviluppare smart contract si devono ancora raggiungere livelli di buona pratica ancora lontani. Somma che, lo riportiamo ad onor di cronaca, sarebbe valsa circa 6 milioni ma che ha realizzato per l’hacker in questione soltanto 1,1 milioni a causa dello slippage nello scambio tramite AMM.
Una condanna per Audius? Assolutamente no: il protocollo ha già corretto e avrebbe messo al sicuro i fondi di tutti. Intervento tempestivo e anche una rara trasparenza a poche ore dal fattaccio che sicuramente è motivo di orgoglio per Audius, nonché dimostrazione di come ci si dovrebbe comportare in casi così difficili per qualunque tipo di community.
Sì, si deve fare ancora molto
Tirare in ballo hack altrettanto celebri presso protocolli e servizi che non hanno nulla a che vedere con blockchain e simili non aiuta il settore a migliorare. Il nostro invito per i lettori è ad essere il più possibile duri nei confronti di questi avvenimenti, esercitando per quanto possibile una pressione affinché i protocolli preferiscano sempre la solidità e la sicurezza.
Una solidità e sicurezza che saranno imprescindibili se vorremo davvero raggiungere davvero un livello di adozione notevole e che possa rivaleggiare con quei servizi e sistemi che oggi vengono utilizzati dalla maggioranza delle persone.
Sì, siamo in un settore ancora altamente sperimentale, ma finché questo tipo di problemi non sarà effettivamente superato, avremo ancora da fare molta strada. Per quanto buoni possano essere in via generale i servizi che ci vengono proposti.