Home / Barclays investe in Bitcoin e cripto | Vuole una quota in Copper

BARCLAYS CRIPTO

Barclays investe in Bitcoin e cripto | Vuole una quota in Copper

Banche e cripto, ancora una volta. A muoversi è Barclays, potente banca inglese che parteciperà ad un round di finanziamenti per Copper, servizio sempre britannico che punta ad offrire servizi articolati per gli investitori istituzionali nel campo d’azione di Bitcoin e delle criptovalute.

Un investimento milionario, che ci racconta più di tante analisi quale sia effettivamente il sentiment dei gruppi che finanziariamente contano quando si parla di criptovalute e di Bitcoin, nonostante un momento forse poco edificante per il mercato, che continua a lottare su resistenze e supporti tanto tecnici quanto psicologici.

Un invito ad interessarsi di questo settore, anche finanziariamente, sul medio e lungo periodo. Cosa che potremo fare anche con la piattaforma Capital.comvai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con CAPITALE DI PROVA senza limiti – intermediario che propone 140+ cripto a listino e la possibilità di operare con i migliori strumenti tra quelli scelti dai professionisti ogni giorno per fare trading e investimenti.

Abbiamo infatti accesso al mondo di MetaTrader 4 e anche a quello di TradingView, che permette di investire con gli stessi strumenti utilizzati da chi ha fatto del trading la sua professione. E abbiamo anche accesso al mondo delle criptovalute con il WebTrader dotato di intelligenza artificiale per individuare facilmente ogni tipo di errore. Con 20€ possiamo passare anche al conto reale.

Barclays vuole la sua fetta di Copper: ecco perché

Non è una novità assoluta nel settore, dato che soltanto qualche giorno fa BNP Paribas ha aperto a servizi cripto per la sua clientela, così come aveva fatto in passato anche Citi. Le grandi banche vogliono Bitcoin e cripto, e se non le inseriscono ancora in portafoglio vogliono comunque una fetta della torta dei servizi che vi ruotano intorno.

Cripto Bitcoin analisi Barclays
Barclays non è la prima e non sarà l’ultima

E lo stanno facendo anche acquisendo partecipazioni in servizi terzi, come nel caso di Barclays, che parteciperà ad un round di finanziamenti per Copper, società londinese che ormai da tempo opera nel settore cripto, offrendo acquisto, custodia e anche piani di investimento ritagliati precisamente sulle necessità dei grandi investitori e degli investitori istituzionali.

No, al contrario di quello che si legge su altre riviste online dedicate al mondo cripto, non sarà un investimento da 2 miliardi, ma un investimento all’interno di una società che oggi vale circa 2 miliardi, società che nel board di consiglieri ha anche Lord Hammond, che è stato già cancelliere nel Regno Unito.

Una situazione che si farà inoltre complicata, ci dice Sky UK, sul piano regolamentare, dato che il gruppo guarda con sempre maggiore attenzione alla Svizzera, dove viene offerto un quadro di regole meno oppressivo per gli operatori di settore.

Un passo in avanti, ulteriore, verso l’adozione finanziaria

Adozione finanziaria che passerà anche dagli investitori istituzionali, come abbiamo già detto decine di volte proprio sulle pagine di Criptovaluta.it, piaccia o meno. D’altronde non ci si può far nulla anche nel caso in cui non fossimo proprio entusiasti dell’arrivo dei big player.

Big player che hanno la stessa libertà dei piccoli di comprare e vendere, di offrire servizi su Bitcoin e cripto, senza che nessuno possa dirgli nulla, se non quelle autorità finanziarie che regolano appunto questo tipo di operatori.

Per Copper è un gol pazzesco, in un Europa continentale e non che sta soltanto ora assaporando le possibilità, anche finanziarie, offerte da questo specifico settore.

Iscriviti
Notificami
guest

1 Comment
Più votati
Più nuovi Più vecchi
Inline Feedbacks
View all comments
L'avvocato di Giorgio
L'avvocato di Giorgio
2 anni fa

Buongiorno, seguendo gli interessi del mio assistito mi vedo costretto nel porre una domanda in tal proposito.
Si parla ormai molto dei criteri esg, che, in questo momento bitcoin non rispetterebbe, si dice che in un lasso di tempo relativamente breve le banche e/o i gestori finanziari potrebbero vedersi costretti a scaricare gli eventuali investimenti della suddetta criptovaluta per il non rispetto delle norme ambientali del mining.
A questo punto non si parlerebbe del divieto di praticare industrialmente il mining ma ben sì del divieto di quotazione e di detenzione del bitcoin da parte dei suddetti istituti.
Sarebbe oltremodo gradita una vostra opinione sull’argomento o addirittura un approfondimento.

Cordiali saluti.