Anche eToro si aggiunge alla lista di operatori che si sono registrato nello specifico registro dell’OAM, registro nato a scopo di censimento degli intermediari che offrono criptovalute e che, tramite suddetta registrazione, potrà continuare ad operare nel pieno della legalità nel nostro paese.
Registrazione che è stata già affrontata dunque dai principali intermediari a livello mondiale, tutti o quasi ormai presenti in Italia in un registro che è stato il primo passo per la normalizzazione della questione nel nostro Paese, non senza il solito codazzo di polemiche (molte delle quali giustificate). Un passo comunque importante per eToro, che si conferma così uno dei top player del comparto dedicato agli investimenti in cripto.
Intermediario che i nostri lettori conoscono già bene, e che possiamo anche testare con un conto demo gratuito con 100.000$ di capitale virtuale – con accesso ad un listino di 75+ criptovalute e con strumenti unici che gli altri intermediari non sono in grado di offrire.
Abbiamo infatti il CopyTrader, che ci permette di copiare i più bravi oppure di spiare ogni loro mossa sul mercato. E abbiamo anche strumenti quali gli Smart Portfolios per investire in panieri cripto già diversificati e che non comportano il pagamento di commissioni aggiuntive.
eToro si registra all’OAM: cosa vuol dire per il primo broker cripto d’Europa
eToro ha ottenuto l’ok alla registrazione presso OAM, l’ente che mantiene appunto il registro anche per quanto riguarda gli operatori del mondo cripto e che sarà con ogni probabilità di transizione verso una disciplina maggiormente omogenea a livello europeo in futuro. Una registrazione della quale avevamo già ampiamente parlato in relazione agli exchange che si erano mossi in anticipo.
Siamo molto felici di aver ricevuto l’ok per la registrazione dall’Organismo Agenti e Mediatori, che offrirà ai nostri utenti un layer aggiuntivo di tranquillità mentre operano con eToro. Il nostro obiettivo è di portare più persone ad investire e supportiamo pienamente qualunque tipo di misura regolamentare che protegga gli investitori retail senza escludere chi può beneficiarne di più senza però ostacolare l’innovazione.
Con lodi importanti anche per gli investitori italiani, con dati interessanti anche per quanto concerne gli investimenti in criptovalute e Bitcoin.
eToro ha osservato una maggiore partecipazione da parte degli italiani sul mercato delle cripto negli ultimi tre anni. Nel secondo trimestre del 2022, molti italiani hanno diversificato il loro portafoglio, allocando in media il 23% sul mondo cripto. In seguito al maggiore interesse da parte degli investitori retail aumenteremo anche le nostre risorse didattiche a supporto della nostra community di investitori, consigliando ai nostri clienti di guardare soprattutto al lungo periodo quando si tratta di costruire i propri portafogli.
Questo il commento di Emanuela Manor, che è manager regionale di eToro per l’Italia. Commenti che segnalano anche, a chi sa leggere tra le righe, qual è il percorso che il gruppo immagina per il suo futuro (e quello dei clienti) nel mondo cripto.
Manca ancora qualcuno all’appello?
eToro era già coperto dalla licenza MiFID e con la registrazione presso OAM ha offerto un’ulteriore livello di protezione e regolarità per i propri utenti. Mancano però all’appello ancora degli intermediari importanti, che però a nostro avviso, almeno quando strutturati a sufficienza, finiranno per iscriversi tutti.
Con l’altra faccia della medaglia della quale si dovrà pur sempre parlare: i costi a livello globale per questo tipo di operazioni sono molto alti. E non tutti gli intermediari possono permettersi di pagarli e sostenerli. Sicuri che sia questo il modo corretto di procedere? Non per eToro, che ovviamente reagisce alle mosse del regolatore, ma per il regolatore stesso, che con la scusa di proteggere gli utenti può finire per limitare la libertà degli stessi nello scegliersi un intermediario.