L’industria della cannabis si sta preparando a sfruttare blockchain e tecnologie derivate per l’evoluzione in chiave Web3 dell’intero comparto. Censure e regolamentazioni più o meno stringenti a parte, la filiera rappresenta un business al pari di quanto avviene in qualsiasi altro ambito commerciale.
A darci un’idea di che direzione dovrebbe assumere il comparto è Kathee Brewer, responsabile editoriale di una tra le più autorevoli testate di settore.
Altro segnale importante per tutto il comparto, che fa gola anche ad uno dei più innovativi settori industriali, florido in America ma non ancora in Europa, anche a causa di leggi non sempre chiare. Possiamo comunque investirci con eToro – vai qui per ottenere un conto gratuito di prova, con capitale virtuale di 100.000 – intermediario che ci permette di investire su 75+ cripto asset e anche sulle migliori azioni del settore marijuana legale.
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Mg Magazine è una rivista informazione e divulgazione su tutto ciò che fa notizia e cultura nel vasto comparto della cannabis. Un punto di riferimento per produttori, rivenditori, specialisti del marketing e consumatori, a cui si rivolge l’intera filiera di marijuana e derivati.
Dalle guide pratiche a un osservatorio sulle politiche internazionali, fino ad abbracciare le ultime tendenze in fatto di vendita e consumo, la testata offre un punto di vista sempre attento a quanto di nuovo il mondo ha da offrire intorno a un business dalle infinite ramificazioni.
Un recente editoriale affronta l’attesa evoluzione in chiave Web3 del comparto. Le tecnologie derivate dalla blockchain, secondo la fonte, hanno già mostrato un impatto rilevante sulle economie di tutti quei settori che a più livello le hanno adottate.
Per l’industria della cannabis, criptovalute e NFT in particolare possono fornire più di un vantaggio. Si fa riferimento alla capacità di creare comunità virtuali su scala globale intorno a un marchio, con i token che come sappiamo ben si prestano a veicolare vantaggi laterali quali esperienze nel mondo reale, accesso in anteprima a futuri drop e iniziative, fino ad includere sconti e promozioni di varia natura.
Senza considerare poi la facilità delle criptovalute in generale, e qui aggiungiamo di Bitcoin in particolare, nel favorire transazioni internazionali con una certa rapidità, in totale sicurezza e soprattutto al riparo da censure e magagne tipiche del sistema bancario tradizionale.
Anche da un punto di vista prettamente pubblicitario tali tecnologie possono essere utilizzate dai produttori per eludere la censura e le restrizioni applicate da molte giurisdizioni. Ciò non vuol deve suonare come un’esortazione ad aggirare le leggi vigenti, ma al contrario il produttore può stringere un rapporto più stretto con i propri utenti, pur continuando a operare nella legalità.
Pensiamo al metaverso e alle sue infinite declinazioni: da enti istituzionali ad aziende operanti nei settori più disparati, tale tecnologia ospita ormai soggetti di ogni tipo. Ecco, lo spazio che il produttore riserva ai suoi clienti on chain figurerebbe come il negozietto che vende liquidi per e-cig, altro comparto che (in Italia) non può fare pubblicità ai suoi prodotti perché contenenti nicotina.
Eppure il negozio può operare, e vendere. E può svolgere consulenza, seppur all’interno delle quattro mura dei suoi locali. Mura che possono diventare virtuali, permettendo al brand di raggiungere così un pubblico più numeroso. Cosa altrimenti vietata, per chi se lo stesse chiedendo, tramite sito web.
D’altronde quella della cannabis è un’industria che al pari di tante altre, ragionando in ottica di marketing, è chiamata a sfruttare le nuove tecnologie per i suoi leciti interessi.
Il nostro comparto ha dimostrato di saper resistere a tempi duri, superando tempi difficili e incertezze economiche, come quella in corso. Gli operatori di settore sono sempre stati attenti a cogliere quanto di buono il progresso tecnologico può offrire.
A sintetizzare con chiarezza il concetto è Kathee Brewer, direttrice editoriale del gruppo a cui mg Magazine fa capo. Il suo pensiero poi si rivolge alle previsioni su un prossimo futuro. Secondo la Brewer, da qui a cinque anni l’intero comparto sarebbe pronto a sfruttare Non Fungible Token e metaverse in ogni aspetto della filiera, dalla produzione alla gestione delle risorse umane, dall’ottimizzazione dei magazzini alla vendita.
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