Starbucks prosegue senza indugi il percorso di evoluzione in chiave Web3, annunciato negli scorsi mesi e che verrà svelato nei dettagli sul finire dell’estate. Abbiamo seguito il colosso da vicino in questo suo percorso, con le dichiarazioni di oggi che sanno di conferma di quanto già registrato in precedenza.
Con l’utente al centro delle attenzioni, l’azienda punterà tutto sui Non Fungible Token per offrire esperienze immersive e creare una comunità di affezionati del brand. Prossimo passo, metaverso?
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Ancora grandi gruppi: ora è il turno di Starbucks
Starbucks conferma quanto riportato negli earning calls di inizio maggio: l’azienda sta investendo in tecnologie collegate alla blockchain per un piano di sviluppo organico, in chiave Web3. Si parlava all’epoca di Non Fungible Token legati ad esperienze nel mondo reale: direttiva confermata, della quale oggi sappiamo qualcosa di più.
Il colosso del caffè starebbe pensando a un sistema di ricompense che si tradurranno in esperienze esclusive e collezionabili digitali, sempre a tema caffè, e che saranno funzionali alla fidelizzazione della clientela e alla creazione di una comunità vera e propria, nel mondo reale.
Sul concetto di comunità il CEO di Starbucks, Howard Schultz, sembra voler porre particolare enfasi, chiamando in causa il concetto di terzo posto digitale tanto caro alla sociologia americana. Un concetto che enfatizza l’importanza di luoghi e occasioni di aggregazione per le comunità.
I più attenti sicuramente avranno avuto intuizioni simili alle nostre, come reazione al pensiero di Howard Schultz in fatto di terzo posto digitale, e su cui torneremo tra poco. Per adesso l’attenzione rimane focalizzata sul dirigente, che dichiara senza mezzi termini come l’operazione in oggetto sia solo una piccola parte di un piano ben più ampio.
Al momento non sono trapelati ulteriori dettagli, per i quali dovremo attendere fino al 13 settembre, data in cui avrà luogo l’annuale Investor Day che si terrà in quel di Seattle.
NFT e Web 3 sbarcano a Wall Street
Un piano che, lo ricordiamo, è in atto già da tempo, e che non ha mancato di generare discussioni e persino attacchi da parte di alcuni dipendenti. Al centro delle controversie c’era il tema ambientale, affrontato anche da Brady Brewer, CMO Starbucks quando l’azienda iniziò a svelare i suoi piani NFT alla stampa. La vicenda era finita nel nostro mirino per via delle importanti novità annunciate dal gigante del caffè.
In quella occasione avevamo anche sottolineato come la compagnia fosse fortemente intenzionata a portare il suo brand al di fuori dei punti vendita tradizionali, puntando ad offrire un’esperienza trasversale al suo pubblico.
Esperienza, e qui torniamo alle intuizioni di cui sopra, che sempre più spesso va declinata al virtuale, per la precisione nel metaverso, visti gli sviluppi intrapresi da istituzioni e aziende in questo senso, e provenienti dai più disparati settori commerciali. Anche per Starbucks sarà così? Dobbiamo aspettare fino al 13 settembre per saperne di più: torneremo senz’altro sul pezzo.