Pearson si prepara a un’evoluzione in chiave Web3 per cercare di incrementare il fatturato, ma non solo. La casa editrice, popolarissima anche in Italia per il materiale didattico dedicato alla scuola dell’obbligo, è pronta a rilasciare NFT legati ai libri di testo.
L’obiettivo dichiarato è quello di capitalizzare sulle compravendite di testi usati tra privati, ma non solo. Nei piani dell’azienda ci sarebbe un metaverso, ancora in fase di studio, per sfruttare le opportunità che la blockchain offre alle aziende che operano nell’istruzione.
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Libri di testo: i NFT per massimizzare profitti (ma di chi?)
Chi ha figli in età scolare sa quanto sia drammatico il mese di settembre. Nella quasi totalità dei casi a ogni inizio anno scolastico corrisponde un esborso non indifferente, col parco libri da rinnovare completamente, o giù di lì. Per le famiglie si tratta di un impegno economico importante, e i genitori si rivolgono puntualmente ai mercatini dell’usato per tamponare l’emorragia.
Pearson ha deciso di capitalizzare proprio in questa nicchia, che poi nicchia non è, dato che un libro di testo passa di mano fino a sette volte, stando a quanto dichiara Andy Bird, CEO della casa editrice. L’azienda fa da sempre affidamento alle tecnologie più recenti per arricchire i suoi testi con materiale multimediale, disponibile on line tramite codice univoco riportato sul libro. Ciò implica dover registrare la copia del testo, per accedere al materiale integrativo on line.
Dinamiche ben note ai genitori degli studenti di elementari, medie e superiori. E dinamiche ben note anche a Pearson, che fedele alla sua vision si affida oggi alla blockchain per tenere traccia delle successive compravendite che inevitabilmente coinvolgono i suoi titoli.
Legando ciascun nuovo libro a un NFT che lo identifica, la casa editrice si troverebbe così nelle condizioni di seguire le successive transazioni, percependo probabilmente una fee da ogni passaggio di mano.
Royalty perpetue: ma siamo seri?
Quel probabilmente non sta lì a caso: è quanto si evince dalle dichiarazioni di Pearson a riguardo, che tuttavia non ha rilasciato ulteriori dettagli. Non sappiamo su quale chain verranno coniati i Non Fungible Token che attesteranno la proprietà dei libri, con Ethereum indiziato numero uno visti i tanti casi analoghi nei settori più disparati. Token che con ogni probabilità forniranno accesso ai contenuti extra nell’ambiente on line dell’editore.
Un ecosistema che Pearson intende espandere in direzione metaverse, stando sempre alle dichiarazioni di Andy Bird che menziona un intero team dedicato allo sviluppo di tale tecnologia in seno all’azienda. Anche qui non abbiamo ulteriori dettagli, ma rimaniamo in ascolto per cogliere futuri sviluppi che, siamo pronti a scommettere, non tarderanno ad arrivare.
Un’evoluzione massiva in chiave Web3 sarebbe d’altronde il naturale percorso per un’azienda dal carattere fortemente innovativo, e che troverebbe un pubblico di riferimento già preparato a recepire nuove modalità formative. Sempre più istituti danno appuntamento a studenti e docenti nel metaverse, come testimoniato dal caso MetaHKUST, immersivo programma di sviluppo voluto dall’università di Hong Kong.
Sempre dall’Asia ci arrivano virtuosi esempi nella medesima direzione, con l’Università di Tokio che sta mettendo a punto un progetto dedicato anche agli studenti delle scuole e superiori. L’obiettivo è quello di potenziare l’offerta formativa e di sfruttare il metaverso come veicolo promozionale per attrarre gli iscritti di domani.
Casi del genere arrivano anche dalla parte opposta del pianeta, con l’università della Pennsylvania pronta ad integrare NFT nell’offerta formativa per offrire agli studenti del campus anche esperienze di contorno.
Offerta formativa che non può prescindere dai cari, vecchi e costosissimi libri cartacei, con quelli a firma Pearson pronti a entrare nel Web3, magari declinati al virtuale. Ma questa è solo una nostra supposizione. Continueremo a studiare, per tenervi aggiornati.