L’università di Yale guiderà un progetto di sviluppo per tecnologie legate alla blockchain grazie all’interessamento di Algorand Foundation, che ha investito quasi 6 milioni di dollari.
Il programma risponde al nome di PAVE: A Center for Privacy, Accountability, Verification and Economics of Blockchain Systems, durerà 5 anni e vedrà impegnati esponenti di spicco di finanza, economia, giurisprudenza e informatica.
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Algorand con le migliori università del mondo
La Fondazione Algorand è da sempre molto attiva in ambito ricerca, per far progredire il suo ecosistema con ricadute positive per l’intero comparto. Il programma Algorand Centers of Excellence mira a sviluppare tecnologie derivate dalla blockchain in una vasta gamma di materie e applicazioni differenti.
Un’iniziativa che, forte di un investimento di 50 milioni di dollari, va a finanziare diversi progetti nei più prestigiosi atenei di tutto il mondo. Tra questi figura quello di Yale, che si è aggiudicato la guida di PAVE: A Center for Privacy, Accountability, Verification and Economics of Blockchain Systems, che durerà 5 anni e potrà contare su un budget pari a 5.75 milioni di dollari.
Grazie a PAVE saremo in grado di rafforzare la nostra posizione di leadership in ambito sicurezza informatica, grazie alle collaborazioni previste dal progetto. Un approccio interdisciplinare che ci permetterà di offrire un valido supporto a tutti i ricercatori della nostra università.
Questo il pensiero di Jeffrey Brock, decano di Yale School of Engineering & Applied Science che pone l’accento sulle fruttuose collaborazioni in programma. I cervelli che si spenderanno per la causa di Algorand arrivano da City College of New York, Swiss Federal Institute of Technology di Losanna, dall’università della Columbia e da altri prestigiosi atenei, oltre che da Yale. Le aree di intervento sono 5: progettazione, sicurezza, interazione con i sistemi economici, interazione tra informatica e diritto, impatto di blockchain e criptovalute sulla società.
L’adozione passa anche da qui: ma Algorand non è l’unica
Un programma ampio, articolato ed estremamente profondo, e che darà i suoi frutti da qui a cinque anni. La caratura del progetto in termini economici e per valori espressi in campo lascia intuire l’enorme interesse intorno a DeFi e blockchain da parte della comunità scientifica e accademica.
Non è solo la quantità di denaro profusa nell’operazione, o la caratura dei cervelli che prenderanno parte al progetto, ma è anche la frequenza con cui raccogliamo operazioni del genere a farci riflettere. Raccontiamo di programmi di sviluppo on chain ad opera dei migliori atenei a cadenza pressoché quotidiana: è freschissima la notizia della Fondazione Klaytn, che nella stessa direzione ha dato vita più grande finanziamento in assoluto, in collaborazione con KAIST e NUS.
Solo per citare i casi più recenti, abbiamo raccontato di ingenti investimenti nel metaverso da parte dell’università di Hong Kong, mentre negli States l’università della Pennsylvania amplia l’offerta formativa con NFT dedicati ai suoi studenti.
Anche Tokio risponde presente alla chiamata, per darci un’idea di quanto gli istituti (e gli Stati) si stiano spendendo per accaparrarsi un vantaggio competitivo sulle tecnologie che costituiranno l’impianto portante dei futuri paradigmi di comunicazione, politica, cultura e società. Un interesse trasversale che Algorand coltiva anche in Italia, con la prima scuola nel nostro Paese dedicata a blockchain e tecnologie distribuite.