Deloitte è una delle principali aziende al mondo nel settore della consulenza alle imprese: i clienti si rivolgono a questo brand internazionale per ricevere aiuto nella valorizzazione del capitale umano, nella gestione dei rischi, nella scelta delle strategie d’impresa ed in molte altre occasioni. Negli ultimi anni Deloitte è stata particolarmente attiva nella consulenza hi-tech, concentrandosi sui fattori trainanti dell’innovazione nelle aziende di oggi.
Da diverso tempo l’azienda ha iniziato ad offrire, tra le varie soluzioni informatiche, anche la consulenza e lo sviluppo di soluzioni su blockchain. Da quando ha incominciato a lavorare in questo campo, Deloitte ha sempre dimostrato fiducia nei confronti della blockchain di Ethereum; la maggior parte delle soluzioni create per i clienti su infrastrutture di rete decentralizzate si sono appoggiate proprio alla virtual machine creata da Vitalik Buterin.
Dall’inizio di maggio, però, si sono diffuse voci di corridoio secondo cui Deloitte sarebbe stata interessata a migrare tutte le sue operazioni su VeChain. VeChain è molto simile ad Ethereum. Anche in questo caso si tratta di un’infrastruttura di rete che viene messa a disposizione degli sviluppatori per creare progetti su blockchain e fare in modo che la rete di miners presti a questi progetti la potenza di calcolo necessaria per funzionare a dovere.
La CCN quest’oggi è riuscita ad intervistare in esclusiva Antonio Senatore, Global CTO di Deloitte ed incaricato di fare da portavoce dell’azienda al Consensus. Questo evento annuale che si tiene a New York risulta sempre interessante. Porta sotto lo stesso tetto molte voci tra le più autorevoli al mondo in fatto di blockchain e criptovalute, e le notizie non mancano mai. Questa volta è Deloitte a fare la sua smentita, dopo quella di eBay sul fatto di accettare pagamenti in formato crypto.
Senatore ha negato il fatto che Deloitte stia migrando tutte le sue operazioni su blockchain verso VeChain. L’autorevole portavoce dell’azienda ha spiegato che al momento la maggior parte dei clienti continua a ricevere consulenze e soluzioni basate sull’utilizzo dell’infrastruttura di rete di Ethereum; VeChain, spiega, è utilizzata soltanto con alcuni particolari clienti che hanno esigenze diverse. Cita anche una motivazione: talvolta le transazioni in ETH e il noleggio di potenza di calcolo dalla rete Ethereum hanno un costo troppo elevato, specialmente in momenti di alta volatilità del valore.
Il manager ha poi fatto al giornalista Art Malkov della CCN le sue considerazioni sul fatto di operare con blockchain diverse. Parlando in nome di Deloitte, ha spiegato che l’azienda crede in un futuro in cui più progetti simili, come Ethereum e VeChain, potranno comunque coesistere. Le loro piccole differenze che renderebbero infatti più utile l’uno o l’altro a seconda delle necessità. Questo significa valorizzare la diversità tra due offerte, evitando di paragonarle come se fossero semplicemente concorrenti e mettendo in buona luce le loro differenze.
La posizione di Antonio Senatore è sicuramente molto interessante, specie dal momento in cui insieme alle già citate Ethereum e VeChain ci sono anche EOS e Tezos, altri due nomi molto importanti, che operano in modo simile tra loro. Sarà interessante scoprire se la visione di Deloitte sia corretta.
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