La Corea del Sud si conferma come terra d’elezione per le cripto, nonostante questa sorta di storia d’amore si sia parzialmente interrotta dopo il crack di Terra Luna, governato in tempi che sembrano ormai lontanissimi dal suo crypto-cittadino più illustre.
Secondo quanto è stato diffuso da NewsPim, testata giornalistica locale, sarebbero almeno sette le aziende di brokerage coreane pronte a lanciare exchange di criptovalute e asset digitali. Una scelta che conferma la grande attenzione del paese per gli investimenti in Bitcoin e nel resto del comparto cripto.
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In Corea tutti si lanciano sul settore cripto: in 7 aziende…
Sarebbero, secondo NewsPim, ben sette le aziende di brokerage classico, ovvero che operano già sui mercati tradizionali, pronte a lanciarsi sul settore di Bitcoin e delle criptovalute, aziende di una certa dimensione che sono il punto di riferimento del settore finanziario di Seoul.
Grandi passi in avanti per un comparto che con il caos di Terra Luna sembrava aver ricevuto, in particolare in Corea del Sud, una battuta d’arresto quasi mortale. E invece per il secondo semestre del 2022 dovrebbero essere sette gli agenti di un certo livello, soltanto a Seoul, a lanciare la possibilità (per clienti grandi e piccoli) di accedere al mercato delle criptovalute e di Bitcoin.
Per quanto tramite exchange si abbia effettivamente accesso in qualunque momento e in qualunque luogo al mercato crypto, si tratta comunque di una notizia di enorme importanza per il mercato di $BTC e per il resto del comparto, anche in termini di maturità dei canali che offrono questo tipo di prodotti finanziari.
A che punto siamo con questo passaggio? Siamo molto avanti, perché tutti e sette gli operatori, compreso Samsung Securities, avrebbero già richiesto in via preliminare autorizzazione. Cosa che vuol dire inequivocabilmente che è tutto già pronto o quasi per questo tipo di evoluzione.
Sarà il futuro degli exchange o dei grandi broker?
Con le normative nazionali e trans-nazionali che hanno reso di fatto gli Exchange degli operatori molto vicini alle banche anche per livello di regole da seguire, la lotta si complica. Perché crescono gli adempimenti e crescono gli obblighi, alzando così la soglia minima per gli operatori del settore.
Cosa che a nostro avviso ha avuto come effetto collaterale anche la possibilità, con maggiore agilità, per operatori come i sette coreani in arrivo di poter dire la loro. Staremo a vedere cosa accadrà e se operatori di questo tipo, anche in Europa, proveranno a seguire la stessa strada.