Brian Armstrong, CEO di Coinbase, uno degli exchange più noti al mondo, ha appena annunciato che il servizio di custodia della propria società sta già gestendo più di 1 miliardo di dollari di controvalore di criptovalute.
Si tratta – ha poi proseguito Armstrong parlando al Consensus, come riferito da CoinDesk – di una vera e propria pietra miliare per la gestione degli investimenti in crypto da parte degli istituzionali e dei grandi trader.
In occasione di questa sessione di domande / risposte, il giornalista del Wall Street Journal, Paul Vigna, ha poi voluto domandare ad Armstrong quale sia l’effettivo coinvolgimento degli investimenti istituzionali nell’ecosistema criptovalutario, con particolare riferimento proprio al servizio di gestione crypto di Coinbase. In tal merito, Armstrong ha ricordato che il servizio è stato lanciato un anno fa, e che ha coinvolto già 70 investitori istituzionali, per un flusso di denaro di circa 150 milioni di dollari al mese.
Definendo il proprio servizio di gestione criptovalutaria un successo, Armstrong ha poi chiarito che molti investitori hanno interpretato la custodia di Coinbase come una sorta di “cassaforte”, ma che gradualmente hanno domandato nuovi servizi, come quelli utili per poter esprimere i propri voti su specifiche decisioni.
Ma potrebbe essere il servizio di custodia di Coinbase la “leva” per scardinare una certa timidezza da parte degli investitori istituzionali e dei grandi investitori? In realtà, riteniamo che prima che gli hedge fund di principale riferimento globale possano maturare la volontà di entrare sul mercato con grandi flussi potranno trascorrere ancora diversi anni.
È inoltre più probabile che possa verificarsi uno scenario di “servizi dedicati”. In tal senso, una dimostrazione è ancora offerta da Coinbase, che con il suo Coinbase Pro cerca di rivolgersi principalmente a un target più evoluto di investitori, e all’interno del quale il 60% dei volumi di trading sono già realizzati dagli istituzionali.
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