Ancora ritardi, ancora rinvii. Ancora “deciderò” che in realtà vogliono dire che SEC non ha alcuna intenzione di decidere sugli ETF Bitcoin spot, ovvero gli ETF che avrebbero in cassa dei bitcoin e non soltanto la replica del prezzo dei futures dello stesso asset.
La principale agency per la vigilanza sui mercati negli Stati Uniti d’America ha infatti rimandato la sua decisione sulla richiesta di approvazione di VanEck, che avrebbe voluto quotare negli USA appunto un ETF con acquisto diretto di Bitcoin. Niente di nuovo sotto il sole, con SEC che rimane ferma nella sua decisione, esasperante per molti, di proibire questo tipo di attività.
Certo, si tratta di un rinvio di 45 giorni e non di un diniego aperto: ma quanto accaduto nel corso degli ultimi mesi ci ricorda come in realtà SEC utilizzi questo espediente, consentito dalla legge, per arrivare al limite utile e poi piazzare un niet. La cosa interessante è che in realtà poco cambierà per il mercato di Bitcoin, che ormai ha ampiamente scontato questo atteggiamento da parte di SEC e del suo direttore Gary Gensler, che pur era stato considerato all’inizio personaggio competente, preparato e capace di capire la portata della rivoluzione introdotta da Bitcoin.
SEC fa la SEC: rimandata la decisione sull’ETF VanEck di 45 giorni
Il grosso di quanto avvenuto lo abbiamo già raccontato in apertura. La Securities and Exchanges Commission, una sorta di CONSOB americana che si occupa di vigilare sui mercati e di approvare quotazioni di prodotti finanziari, ha utilizzato il suo potere di rinvio di 45 giorni. Rinvio che ha ad oggetto la richiesta di approvazione alle negoziazioni di un ETF proposto da VanEck, che al suo interno avrebbe avuto direttamente Bitcoin, e non semplicemente dei meccanismi di replica del prezzo dei futures.
Si tratta di un tentativo che in passato è stato fatto in realtà da quasi tutti i grandi gestori di fondi, sempre con lo stesso esito. Ovvero con un diniego da parte di SEC, che ha fissato nelle scorse settimane nelle sue motivazioni delle condizioni molto precise affinché un titolo di questo tipo possa essere considerato per l’accettazione.
Come è noto a chi legge Criptovaluta.it SEC avrebbe come condizioni imprescindibili la concentrazione delle negoziazioni di Bitcoin presso pochi mercati e intermediari, al fine di poter operare facilmente controlli sulle manipolazioni di prezzo. Una condizione assurda perché in realtà impossibile e perché non richiesta ad esempio per i titoli che replicano i futures su Bitcoin, scambiati sì su un unico mercato, ma con un sottostante che appunto presenta i problemi di cui sopra.
Potrebbe essere un boost per Bitcoin, ma non necessario
Sono mesi che tutti guardano a queste decisioni di SEC ritenendo che potrebbero avere degli effetti importanti sul prezzo di Bitcoin, ovvero credendo che una decisione positiva possa fare ad volano per crescite importanti in termini di prezzo.
Potrebbe anche essere il caso, ma non è così rilevante per un asset che, anche sul piano puramente finanziario, finirà per segnare il passo volenti o nolenti quelli di SEC. E finché Gensler rimarrà in sella alla agency sarà molto difficile vedere un’approvazione. Tutto questo nonostante le pressioni che arrivano da più parti, anche a livello politico.
E tutto questo anche tenendo conto del fatto che Gary Gensler si comporta da uomo ferito perché sulle cripto in via diretta avrà ben poco da decidere, in quanto l’orientamento negli USA è coinvolgere CFTC e non la agency guidata dal buon Gary