Terremoto nel mondo delle criptovalute, o meglio, dalle parti di Avalanche, con rivelazioni da parte di Crypto Leaks, invero ancora da confermare, che hanno innescato polemiche a non finire e anche operazioni di mercato importanti, per alcuni pilotate anch’esse.
Sul tavolo ci sarebbero, il condizionale è d’obbligo, accordi segreti con unos tudio legale, Roche Freedman. Lo stesso studio che si è reso protagonista negli anni di diverse cause contro molti big player del comparto, come Solana, ICP, ma anche Binance. Una notizia che ha lasciato in molti esterefatti e che merita sicuramente altri approfondimenti, anche alla luce delle smentite che sono arrivate dal leader di Avalanche.
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Le accuse nei confronti di Ava Labs, che poi è la società che si occupa di gestire Avalanche sono di quelle particolarmente gravi. Sono state diffuse da Crypto Leaks e raccontano di accordi non esattamente chiarissimi con uno studio legale, Roche Freedman, che negli anni si è reso protagonista di diversi attacchi a protocolli importanti del mondo cripto e potenzialmente in diretta concorrenza con $AVAX, principalmente tramite l’organizzazione di class action.
Il condizionale è assolutamente d’obbligo, perché mancano conferme effettive e sono arrivate, come vedremo tra poco, anche delle smentite da Avalanche, che trovandosi nella posizione di chi deve difendersi, meritano almeno la presunzione d’innocenza. Ma procediamo con ordine.
Ava Labs, che è la società che gestisce direttamente Avalanche, società tramite la quale passa lo sviluppo, gli accordi commerciali e anche l’importante patrimonio di cui è dotata l’azienda.
Secondo video che sono stati diffusi da Crypto Leaks, sito relativamente popolare per quanto riguarda la diffusione di notizie “segrete” del mondo cripto, ci sarebbe stato un accordo tra il fondatore di Roche Freedman e Ava Labs stessa. Oggetto dell’accordo sarebbe stata la fornitura di servizi legali contro una certa quantità dei token che sarebbero stati emessi. Roche Freedman sarebbe in possesso, sempre secondo i video che sono stati diffusi, di circa l’1% tra token e azioni relativi ad Ava Labs.
Servizi legali generici relativi alle questioni attinenti alla regolamentazione e anche per la gestione dei competitor. Gestione dei competitor che sarebbe risultata in class action contro progetti “affini”, o meglio, che avrebbero potuto occupare lo stesso spazio occupato da Avalanche. Chi è stato bersaglio di queste cause? Una rapida ricerca tra comunicati stampa e azioni depositate nei tribunali USA aiuta a ricostruire almeno qualcuna delle vicende.
Solana, che è stata colpita da class action: oggetto del contendere il fatto che Solana Foundation e le società collegate abbiano emesso titoli finanziari. Data della comunicazione: 6 luglio 2022.
Binance che è stata colpita il 17 giugno scorso, sempre da class action, questa volta per aver proposto ai clienti UST, ovvero lo stablecoin ancora collegato a Terra Luna.
Internet Computer Protocol: colpito da class action per insider trading all’inizio di agosto 2022. Anche qui curiosamente tra i bersagli delle azioni legali di Kyle Roche ci sono potenziali competitor di Avalanche.
Tether – con una causa avviata nel 2019 (e quindi con l’accordo con Ava Labs già attivo) – contro la supposta manipolazione dei prezzi di Tether e Bitfinex. Causa sul cui esito non abbiamo notizie.
Mentre la storia è lungi dal concludersi, con tanti elementi per decidere che rimangono ancora non disponibili per il grande pubblico, è bene anche riportare quanto potrebbe esserci a discolpa di Avalanche, nonostante la presenza di video che sembrano auto-esplicativi.
Sebbene non fossero pubblici i dettagli che sono emersi direttamente dai video pubblicati da Crypto Leaks. Kyle Roche ha pubblicato più volte tweet affermando chiaramente il legame tra il suo studio legale e Ava Labs.
Ovvero di avviare una class action contro diverse grandi università negli USA, così come qualche causa minore che non è effettivamente collegata ad Ava Labs, seppur pertinente al mondo cripto.
C’è una smentita di Emin Gün Sirer direttamente via Twitter, che lasciamo giudicare ai nostri lettori, preoccupandoci soltanto di offrire una traduzione.
Come potete credere a qualcosa di così ridicolo come le teorie del complotto su Cryptoleaks? Non ci impegneremmo mai in comportamenti non etici, illegali e semplicemente sbagliati che sono riportati da articoli scandalistici e video che sostengono la causa.
Una difesa che per il momento appare debole. Saremo però più che felici di avere qualcuno di Avalanche, anche in lingua inglese, sui nostri schermi per difendersi da accuse sicuramente infamanti, ma che al tempo stesso trovano supporto in video che hanno fatto trasecolare anche CZ di Binance, che ha pubblicato un tweet ora non più raggiungibile. La spy story si intensifica: chissà cosa c’è davvero in ballo.
Comunque vada a finire questa storia, dovrà servire da esempio di quanto può accadere ad un mercato con regole poco chiare e dove alle agenzie governative viene consentito di fare praticamente di tutto, senza che ci siano chiare basi legali per la loro azione.
Se è vero che queste class action chirurgiche abbiano fatto da strumento di crescita per Ava Labs, si tratterebbe di uno dei peggiori fallimenti di un legislatore ormai incapace di normare ma soltanto di punire, possibilmente nel mucchio al fine di colpire un settore che è parzialmente al di fuori del proprio controllo. La prossima volta che qualcuno si batterà per un maggiore potere da parte del settore pubblico sul mondo cripto, cerchiamo di ricordarci di questa storia.
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