Per quanto incredibile possa sembrare a chi non vive sulla Luna, dalle parti di Francoforte sono ancora sorpresi dall’inflazione. Il dato arrivato oggi dall’area euro parla di un 9,1% su base annuale, contro aspettative che erano al 9,0%. Questioni di lana caprina, verrebbe da dire, se non fosse la sorpresa con il quale queste notizie continuano a colpire coloro i quali si sono arrogati il diritto di governare le politiche monetarie europee.
Sorpresa abbiamo detto, ma non per il mercato cripto e Bitcoin, che ormai da tempo bellamente ignora quello che accade in un continente vecchio, stanco e che vede in questo comparto soltanto l’ennesima occasione di normare ad libitum, riempiendo di norme, regolamenti, dichiarazioni, interpelli, risposte e direttive qualunque cosa si muova.
È un mercato cripto e Bitcoin a completa o quasi trazione USA, cosa che è a modo suo un buon segno, in quanto probabilmente a Washington ne usciranno prima e meglio. E chi vuole investire potrà farlo già da adesso con eToro – vai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con il TOP dei SERVIZI PREMIUM comunque inclusi – intermediario che ci permette di investire su 78+ cripto asset, tutti scelti tra i migliori del mercato.
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Per capire quanto preoccupante sia la situazione in Europa bisogna guardare i dati relativi all’inflazione. Su del 9,1%, nonostante panieri che sembrano disegnati per dissimulare, e nonostante il fatto che le condizioni siano molto diverse da quelle che si sono materializzate negli USA.
Bisogna guardare ai dati dell’inflazione non solo per preoccuparci sul futuro economico nostro e del continente, ma anche per capire come lentamente si stia scivolando verso l’irrilevanza. Non è la prima volta infatti che gli altri mercati, quelli esterni all’UE come lo è idealmente il mercato di Bitcoin e delle criptovalute, se ne infischiano altamente di quello che avviene in Italia, Francia e Germania. E più generalmente all’interno dell’area euro.
Una doppia chiave di lettura dunque che ci aiuta a capire molto non solo del mercato europeo e delle condizioni della sua economia, ma anche del dove e perché guardare per capire come si muoveranno Bitcoin, Ethereum ma anche il resto della truppa. Dove guardare? Semplice, agli USA. Cosa che potrebbe essere un bene per il mondo cripto, in particolare se ad interessarci è il valore finanziario.
L’inflazione europea, sulla quale pesa un costo dell’energia andato ormai fuori controllo, è l’ultimo dei problemi del continente, per quanto assurdo possa sembrare dirlo oggi con un dato del genere.
Non lo diciamo noi per elucubrazioni impossibili da spiegare, ma i mercati. I prezzi delle cripto e di Bitcoin si muovono pochissimo mentre si scatena la tempesta in Europa e continuano ad essere collegati con maggiore convinzione a quanto accade negli USA, in particolare al mercato delle azioni growth.
E da qui nasce la nostra convinzione che Bitcoin potrebbe performare meglio della stanca Europa, che non solo è a corto di gas ma anche a corto di idee e a corto di conoscenze riguardo il funzionamento delle economie produttive.
Che hanno anche bisogno di una certa libertà di azione, senza che una montagna virtuale di carte, bolli e regolamenti le sommerga. Cosa che non è avvenuta, lo sappiamo dagli sviluppi del MiCA e di quello che verrà dopo, neanche per il mondo cripto.
Vedremo se tra un anno, questo l’orizzonte dato da BCE per un ritorno alla normalità dei prezzi in area euro, avremo ragione noi o quelli di Francoforte. Noi siamo pronti a scommettere che Bitcoin performerà meglio dei principali indici dell’economia europea, in particolare perché legato (nella testa degli investitori che diventa profezia che si auto-avvera) all’azionario americano.
Avevamo ragione un anno fa sull’inflazione, vedremo se avremo ragione anche questa volta, pur non avendo il prestigio e i titoli di chi opera in BCE. Tra i quali, sempre meglio ricordarlo, operano anche tanti nemici dichiarati del mondo che qui seguiamo tutti i giorni.
Prima di salutarci lasciamo una domanda per i nostri lettori. Tutto lascia pensare che il prossimo rialzo dei tassi in area euro sia di 75 punti base, deviando in modo relativamente netto dalla politica che BCE ha tenuto fino ad adesso, ovvero di rialzi decisamente più timidi anche se paragonati a quelli di Federal Reserve.
Il problema con questo è che l’inflazione che stiamo vedendo in Europa non sembrerebbe essere un’inflazione da domanda. E quindi l’effetto dei tassi potrebbe essere piuttosto misero sul ritorno dei prezzi alla normalità. Vedremo.
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Complimenti per l'articolo e dal mio punto di vista un aumento deciso dei tassi non risolverà i problemi legati all'inflazione. I prezzi sono aumentati in primis a causa dello shortage di prodotto che ha colpito molti mercati e solo nell'ultimo periodo si sta tornando ad una ragionevole normalità, senza contare che fino a qualche mese fa era presente un altro importante problema legato ai trasporti via nave delle merci. In Europa si è aggiunta di recente l'emergenza energetica, ma tra poco i consumatori inizieranno a lamentarsi anche per gli aumenti dei mutui/noleggi/finanziamenti, abbassando ulteriormente la loro capacità di spesa e quindi raffreddandola. Concordo pienamente in merito al fatto che le Crypto seguono in buona parte i mercati USA e questo è un bene per una futura ripresa del comparto a medio termine. Ad ogni modo, scrivete dei buoni articoli e sono molto interessanti, quindi bravi :-)
Ciao Dante, grazie mille per i complimenti, sempre molto apprezzati. Altresì ringrazio per la tua analisi.
Buongiorno a tutto il gruppo. Sono d'accordo con Dante ma il vero problema è che lo sanno anche loro che non si possono alzare ancora i tassi e che si dovrebbero immettere capitali sui mercati ma il loro obiettivo è terrorizzare e manipolare per avere maggiore controllo anche per costringerci a svendere. Ma noi siamo dei guerrieri e non molleremo mai.
Buona giornata e un saluto al mitico Gianluca Grossi e al sempre presente Luigi Pesci.