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Il venerdì nero delle criptovalute comincia da una transazione su BitStamp

Il 17 maggio è il giorno peggiore del 2019 per le criptovalute, che perdono oltre il 15% della capitalizzazione in meno di 24 ore. Ovviamente molti appassionati del settore hanno già iniziato a cercare le cause di questo repentino ribasso, arrivato dopo diversi giorni di importante aumento della capitalizzazione del settore crypto. Ancora una volta si pensa che sia una whale la causa. Questo termine è diventato di uso comune per indicare soggetti privati e aziende che dispongono di grandi capitali in forma di crittomonete, e di conseguenza con una singola transazione possono incidere notevolmente sul mercato.

Intorno alle 4.30 italiane, BitStamp ha registrato una singola transazione così rilevante da far scendere il valore di un Bitcoin scambiato sulla piattaforma di circa il 20%. In pochi minuti, infatti, da una quotazione di 7.800$ per token si è passati al di sotto dei 6.300. La piattaforma ha comunque eseguito l’ordine del cliente, anche se ora ha dato il via ad un’investigazione interna per capire di più sull’avvenuto; la fonte delle notizie è il profilo ufficiale di BitStamp su Twitter.

Secondo le ricerche del The Block, subito dopo la grande transazione avvenuta su BitStamp ne è seguita un’altra molto importante su BitMEX. Questa volta si conosce anche l’importo esatto: 250 milioni di dollari, venduti in una sola volta sul mercato. Questi due movimenti sono stati l’inizio della storia che racconta di un venerdì nero per tutte le criptovalute. Sono bastati infatti pochi minuti per dare il via ad un’ondata di vendite, che ben presto hanno toccato anche le altcoin.

Ancora poca trasparenza

Il mercato delle criptovalute non è semplice da affrontare per i piccoli investitori. Lo si deve anche e soprattutto al fatto che 448 tra individui e aziende possiedono circa il 20% dei Bitcoin esistenti; quando nel 2017 la grande ondata di investitori si è unita al trend rialzista di BTC, si erano già consolidate delle realtà molto importanti in questo mercato che attualmente continuano ad avere un peso specifico estremamente alto.

Sui mercati finanziari regolamentati, quelli dove tradizionalmente vengono scambiate azioni ed obbligazioni, la situazione è più controllata. Le autorità finanziarie si occupano infatti di bloccare le transazioni se alcune posizioni troppo consistenti vengono aperte in poco tempo; in questo modo si evita che qualcuno possa fare il buono ed il cattivo tempo dei mercati. Le criptovalute, con la libertà finanziaria che le contraddistingue, portano con sé alcuni difetti inevitabili. Tra questi proprio questa grande volatilità dei prezzi, che viene apprezzata da molti trader ma anche condannata da chi vorrebbe utilizzarle come strumento di pagamento quotidiano.

Oggi abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione di quanto poche transazioni di un certo spessore siano sufficienti ad innescare una reazione a catena che si ripercuote su tutto il comparto dell’economia decentralizzata. Adesso sarà importante osservare se nei prossimi giorni ci saranno nuovi investimenti a ridare slancio alle crypto o se continueranno a prevalere i venditori. Nel mentre, sicuramente a breve avremo i risultati dell’investigazione interna di BitStamp.

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