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IMF e BCE parlano la stessa lingua anti-Bitcoin! | Dicono di proteggere i consumatori ma…

2 anni fa
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Attacco congiunto, verrebbe da dire, dato che ad esprimersi a stretto giro di posta sono due enti sovranazionali, uno politico e l’altro pure, che attaccano il mondo delle cripto seppur da due angoli diversi. Niente male per qualcosa che, sempre per le due organizzazioni di cui sopra, era fino a poco tempo fa un passatempo per nerd e cypherpunk.

A parlare dallo stesso coro, sebbene con due diverse tonalità, sono nell’ordine il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Centrale Europea. La prima per spingere – ancora una volta – gli stati a regolamentare in senso restrittivo e su scala globale le criptovalute, il secondo per far ingoiare ai propri cittadini l’amaro boccone delle CBDC.

Un attacco coordinato, questo il nostro sentore, che però non riuscirà ad interrompere l’enorme appetito del grande pubblico per Bitcoin e per il mondo delle criptovalute in generale. Mondo che possiamo esplorare anche con eTorovai qui per ottenere un conto virtuale gratuito e senza limitazioni di sorta – piattaforma che ha già al suo attivo 78+ cripto asset e tutto il meglio che questo mercato può offrire.

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IMF e BCE all’unisono: il doppio attacco al mondo di Bitcoin e delle criptovalute

Sulla posizione di IMF ci siamo già espressi più volte, ma dato che è arrivato un nuovo dispaccio dalla più importante agenzia sovranazionale in termini monetari ed economici, è bene analizzare quanto di nuovo hanno da dirci. Di nuovo, se così possiamo dire, perché la filastrocca sembra quella che abbiamo dovuto già ascoltare diverse volte.

Anche sulle manovre di BCE, senza tra le altre cose questa gran pubblicità, ci siamo espressi più volte. E anche qui avendo della carne fresca di brace abbiamo deciso di dedicare un approfondimento a quanto in parte sapevamo, in parte no. Ma procederemo con ordine, analizzando prima i tuoni che arrivano da Washington.

Il Fondo Monetario Internazionale: normare le cripto per proteggere i consumatori

Ogni attacco alla libertà viene proposto al grande pubblico come una questione cruciale per la sopravvivenza di questo o quel gruppo necessario di tutela. Da qualche anno a questa parte sono i consumatori a farla da padrona, con rapaci di ogni genere e grado pronti a far ingoiare qualunque tipo di attività purché abbia come fine, almeno dichiarato, la tutela del consumatore di cui sopra, evidentemente un imbelle incapace di curare i suoi interessi senza che un terzo usi la forza.

Di rapaci non si tratta quando ci riferiamo al Fondo Monetario Internazionale, ma comunque di enti che hanno un’agenda ben precisa quando si parla di CBDC e di criptovalute. Le prime per IMF sarebbero squisite, perché (e lo hanno detto loro pubblicamente, anzi lo hanno scritto) sarebbero utili anche per convogliare sempre il consumatore verso comportamenti virtuosi, e dunque in linea con i desiderata dell’ente.

IMF si preoccupa dei consumatori, neanche a dirlo

Le seconde invece tornano soltanto di recente sulla bocca di dirigenti dell’agenzia, che ancora una volta a gran voce chiedono una regolamentazione del settore su scala globale. Così da eliminare anche ogni possibilità di una gestione più sana e libera del settore da parte di qualche stato.

Il tessuto regolatorio è in fase di tessitura e ci aspettiamo che emerga un pattern. La preoccupazione è che più tempo sarà necessario, più le autorità nazionali si chiuderanno in strutture legali diverse. È questo il motivo per il quale il Fondo Monetario Internazionale sta invitando ad una risposta di livello globale, che sia coordinata, così possa riempire i gap regolatori […], coerente,, così da allinearsi con gli approcci regolatori mainstream lungo le attività di rischio, completa, così da coprire tutti gli attori e tutti gli aspetti dell’ecosistema cripto.

Un nucleo di regole su scala globale che, aggiungono da IMF

porterà ordine sui mercati, aiuterà a dare fiducia ai consumatori e indicherà i limiti di quanto sia permesso e offrirà uno spazio sicuro per l’innovazione utile affinché questa continui.

Chi decide cosa sia utile e cosa non lo sia? Neanche a dirlo IMF, per una pianificazione centrale che ha come unico scopo quello di sopprimere un settore che profuma, nonostante gli attacchi, ancora di libertà. E che evidentemente deve dare parecchio fastidio, in particolare quando prende le forme di sistemi come quello di Bitcoin.

La BCE si prepara con l’euro digitale: ma forse non sarà neanche su blockchain

E qui verrebbe da dire: Contrordine, Compagni!, perché fino a qualche tempo fa, anche se mai troppo pubblicamente, i quadri di BCE avevano lasciato intendere che l’Euro digitale sarebbe stato una sorta di criptovaluta o di stablecoin, che avrebbe sfruttato le efficienze di questi sistemi e avrebbe anche permesso a tanti di entrare nel sistema economico digitale. E invece no, perché non è neanche sicuro che si servirà di una blockchain. Cosa che comunque cambia poco alla fine dei conti, dato che tutti i nodi sarebbero stati sotto il controllo di BCE.

E anche qui non c’è che da ringraziare

A tornare comunque sull’argomento, anche in questo caso indicando come il progetto potenzialmente liberticida sia in realtà fatto per i consumatori, è Evelien Witlox, che dallo scorso novembre guida il progetto per l’Euro Digitale.

Usare o meno la blockchain come tecnologia non è attualmente nella fase di investigazione. La tecnologia non andrà a guidare la funzionalità.

Non bastasse questo, c’è anche un programma per i consumatori, che a quanto pare sarebbero al centro di questo straordinario progetto, neanche a dirlo. Consumatori che mai hanno avanzate richieste del genere ma che, fortunatamente, potranno fare affidamento (si fa per dire) sull’occhio vigile di una banca centrale come quella di Francoforte.

L’Euro Digitale avrà bisogno di incontrare le nuove necessità di pagamento. E dobbiamo essere aperti per arrivare agli utenti [del Web3]

Questo invece il commento di Jan Ceyssens, sempre all’interno della stessa task-force che lavora per recapitare un wallet in stile distopia cyberpunk ai cittadini europei.

La sottile linea che non può essere che rossa

Voci centralizzanti, centraliste e pianificatrici, che forti dei diversi monopoli di cui sono state investite possono impunemente parlare, spesso senza che qualcuno li contraddica, di cambiare per sempre il modo in cui i cittadini, in assoluta libertà e senza far male a nessuno, utilizzano il denaro.

Il tutto all’interno di un disegno il cui argomento più forte rimane: “lo sta già facendo la Cina”. Come se questo fosse un motivo per muoversi e non per far saltare il banco. Chi vivrà vedrà, ma la guerra, lo dichiara IMF stessa, è appena iniziata. E ci sarà da fare le barricate. Anche con Bitcoin.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

Vedi Commenti

  • sempre piu ridicoli. ma si sa, quando le cose vanno male in casa (leggasi l'euro che ormai vale meno dei soldi del monopoli), è meglio distogliere l'attenzione e blaterare ai 4 venti che i problemi sono altri (leggasi le cripto)... PAGLIACCI!!!!!!!!!!!!!!!!

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