Sberbank, la principale banca russa, ha domandato ai propri clienti di fornire informazioni sui propri ricavi in criptovalute.
Ad affermarlo è la versione nazionale di Forbes, che cita le dichiarazioni di Vladimir Smerkis, il co-fondatore dell’operatore di trading criptovalutario Toxenbox.io, il quale ha confermato che un proprio cliente ha ricevuto una comunicazione dall’istituto di credito nella quale si domandava di condividere dei dati sui propri asset crypto.
Sempre secondo tale dichiarazione, la lettera citerebbe la legge federale n. 115 di contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo, richiedendo:
La banca ha altresì domandato a che titolo si posseggono i dispositivi per il mining (proprietà, leasing, ecc.). Lo stesso istituto di credito ha poi confermato la natura della comunicazione.
Smerkis si è detto piuttosto turbato dal modo con cui Sberbank fa riferimento a “qualcosa che non esiste nella legge russa”, interpellando i clienti dell’exchange.
Intanto, il primo ministro Dmitry Medvedev è intervenuto ricordando che la regolamentazione del mercato criptovalutario non è una priorità per il governo russo, considerato anche – prosegue Medvedev con la propria opinione personale – che le crypto stanno perdendo gradualmente la loro popolarità…
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