Già questa mattina avevamo avvisato tutti di stare attenti al dato di oggi che sarebbe arrivato dagli USA. È arrivato, non è un bel dato, ma gli inguaribili ottimisti diranno che poteva andare peggio, e forse hanno ragione. L’inflazione vince ai punti, ma non è un KO e almeno per i più ottimisti si comincia a vedere il fondo del barile.
L’indice dei prezzi è all’8,3% anno su anno, mentre gli analisti avevano previsto un dato vicino all’8,1%. Per gli inguaribili ottimisti di cui sopra, è comunque il dato più basso da Aprile. Per chi invece vuole vedere tuoni e fulmini, si tratta di una situazione ancora ampiamente fuori dal controllo di FED, motivo per il quale ci sarà da aspettarsi altri rialzi dei tassi molto importanti e misure draconiane. Una situazione di difficile lettura, sulla quale proveremo a fare un po’ di chiarezza.
I mercati intanto sono al picco della volatilità, e chi sa come muoversi può farlo, cercando di cavalcare grandi swing di prezzo, anche con la popolare piattaforma Capital.com – vai qui per richiedere una demo con attivi servizi crypto auto trading – intermediario che ci permette di investire al top su 140+ cripto a listino, tutte le migliori anche per fini speculativi.
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Non è un disastro, almeno rispetto ai dati dei mesi precedenti, ma con mercati così nervosi è bastato un discostamento rispetto alle previsioni dello 0,2% per portare giù tutti gli asset di rischio, e quindi ovviamente anche Bitcoin, che in pochi minuti ha bruciato circa il 4% del suo valore e con il resto del mercato che lo segue a ruota.
Il fatto principale dovrebbe essere noto a tutti: ci aspettavamo dati sull’inflazione USA, che sarebbero stati il termometro dell’andamento non solo dei prezzi, ma anche delle misure che FED ha preso ormai da qualche mese, con rialzi costanti dei tassi in ogni occasione possibile.
Bene: i tassi non sembrano aver svolto il loro compito, ovvero quello di raffreddare l’economia e di conseguenza portare giù i prezzi. O meglio, lo hanno fatto in modo quasi impercettibile e meno di quanto si aspettassero gli analisti. E questo ha portato i mercati, tutti senza esclusione di colpi, ad apprezzare il dollaro e dunque deprezzare gli asset di rischio.
Questa è l’altra faccia della medaglia: per il prossimo eventuale rialzo dei tassi negli USA non dovremmo aspettarci grossi scossoni da parte dei mercati, in quanto sembrerebbero aver prezzato al 100% la possibilità che ci sia un rialzo di 75 punti base, ovvero dello 0,75%.
Inizia però a prendere corpo la possibilità che la cura da cavallo diventi una cura da rinoceronte, ovvero con un rialzo di 100 punti base, ovvero dell’1%. Ipotesi che i mercati ora valuterebbero intorno all’1%. E che dunque torna sul tavolo.
Ci prendiamo un piccolo spazio in questo speciale per sottolineare come, nonostante gli strali di qualcuno, quanto andiamo dicendo da tempo è confermato dai fatti. Nessuno si interessa, almeno in termini di asset di un certo rilievo, di quello che accade in Europa.
E basta invece un piccolo colpo di vento nell’economia americana per far calare a picco i mercati, compreso quello di Bitcoin, che ancora per molto tempo continuerà ad essere considerato come asset di rischio dai mercati. E dunque a risentire di queste fasi di compressione monetaria tramite tassi e tramite riduzione del balance sheet.
Un pomeriggio di follia e di grande volatilità, in concomitanza con la sessione americana. Nel frattempo tutti i mercati, come è evidente, hanno risposto con una riduzione delle esposizioni sugli asset di rischio, che è ancora in corso.
Vedremo se le parole di Jerome Powell, tra le altre cose, riusciranno a calmare i mercati, come spesso hanno fatto ultimamente in concomitanza degli appuntamenti con il FOMC, dove a misure draconiane sono seguite parole melliflue in grado di innescare una breve ripresa.
Il prossimo appuntamento rimane per il 20 e il 21 settembre, quando i leader del settore bancario e monetario USA ci faranno sapere d che morte dovranno morire inflazione e mercati. Per ora tutto sotto controllo e qualcosa che, con un dato CPI del genere, ci si aspettava ampiamente. Nulla cambia, per capirci, sul medio e lungo periodo. Per il breve, ci sarà ancora da ballare.
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Buongiorno a tutto il gruppo. Bitcoin non è deflattivo, Bitcoin non è oro digitale, Bitcoin non è bene rifugio, Bitcoin è veleno per topi, questo è il messaggio che sta passando o meglio che vogliono far passare. Sono sempre più convinto che ci stanno facendo pagare un'inflazione che è già passata e che ora è sotto controllo ma continuano a tenercelo nascosto terrorizzandoci continuamente e che il mercato sia sempre più manipolato. I massimi raggiunti da Bitcoin all'epoca erano dovuti anche ad un'inflazione record di cui nessuno parlava per screditare appunto i poteri di Bitcoin. Non so fino a quando vorranno continuare con questa farsa ma sicuramente hanno già deciso che bisogna inventare qualcosa affinchè le varie spese derivanti dalla guerra e dalle crisi dovremmo pagarle noi. Basta vedere come si comportano quando si tratta di tirare in ballo il problema delle pensioni, lo stanno dicendo apertamente che viviamo troppo e che dovremmo sbrigarci a morire, non i nostri politici ma le lobby bancarie perchè i politici in Italia orami non contano nulla. E questo lo chiamate progresso? Eppure con un po' di buon senso si potrebbe star bene tutti.. Sono sempre più convinto di tutto questo e sono convinto che non sappiamo ancora nulla ma spero di sbagliarmi.
Buona giornata e un saluto al mitico Gianluca Grossi.
Nessun complotto. L'inflazione conta e contano i mercati per btc. Questo perché ormai non è un coin
in cui operano solo miners e retail ma una grande fetta si è spostata a grossi capitali e fondi. In pratica, almeno per il presente, btc è paragonabile a qualsiasi asset tech. Segue le "leggi" del mercato.