The Sandbox presenta Jinta Valley Social Hub e apre ai gamer con la piattaforma giunta ormai in Alpha 3. Nato come gioco di azione, il titolo si sviluppa in cinque ambientazioni e assume le sembianze di aggregatore sociale multiplayer.
Realtà virtuale e mondo reale si fondono: uno degli ambienti di gioco ripropone eventi fisici che animano la capitale tailandese Bangkok. Un social hub multigiocatore a metà, come definito dagli stessi sviluppatori, finanziato da Game Maker Fund, istituzione con cui The Sandbox foraggia progetti indipendenti lasciando ai creatori proprietà intellettuale e copyright sui titoli.
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Jinta Valley Social Hub è un gioco d’azione ambientato in cinque biomi differenti: Candy Village, Crimson Land, Cyberpunk City, Gloomy Forest e The Undercity. Tra una missione e l’altra i gamer possono interagire, collaborare e venire a contatto con elementi caratteristici sulla cultura tailandese: alcune ambientazioni ripropongono nel metaverse eventi normalmente in programma a Bangkok, e nella vita reale.
Le dinamiche di gioco portano gli utenti a contatto con problemi tipici del mondo vero e proprio, fornendo spunti di riflessione sul sociale mentre questi sono impegnati a lottare e trovare la via verso NIMIT2050, capitale su blockchain e meta del gioco.
Il tutto va in scena nel bel mezzo di Jinta Valley, ambientazione che con i futuri sviluppi diventerà teatro di gioco su $LAND multigiocatore. Sono tante le cose da vare nella fantasiosa valle: combattere, recuperare orfani abbandonati nei boschi, preparare dolci, improvvisarsi ambientalisti ripulendo il letto del fiume, e ovviamente trovare la strada maestra che porta alla capitale.
Un progetto crypto gaming all’apparenza complicato, e molto probabilmente lo sarà ancor più una volta superate le fasi di test, ma che autorevoli voci di corridoio descrivono come già apprezzato da pubblico e sviluppatori.
Sviluppatori che hanno goduto del supporto di Game Maker Fund, il fondo messo a punto da The Sandbox per finanziare progetti indipendenti e pubblicare i nuovi titoli più interessanti. Iniziativa interessante in ambito GameFi, che ha stanziato ad oggi 300 milioni di $SAND e promette condizioni interessanti ai creatori di contenuti.
Funziona più o meno così: lo sviluppatore ci mette l’idea, e The Sandbox mette a disposizione consulenza, soldi e piattaforma su cui pubblicare il gioco. Proprietà e copyright rimangono nelle mani dell’autore, che potrà monetizzare ovviamente in $SAND e permettere guadagni in gioco in pieno stile P2E.
Un ecosistema pronto a investire sulle idee di chi è disposto a mettersi in gioco, e che allo stesso tempo mette in luce uno dei casi d’uso dei propri asset che grazie alla crescente diffusione delle criptovalute è arrivato ormai sotto gli occhi di tutti.
Un concetto di libertà imprenditoriale senza apparenti limiti geografici, di età o culturali, probabilmente ancora poco diffuso nel sentire comune che caratterizza il Bel Paese, ma che altrove rappresenta la normalità. E che trova naturale campo d’applicazione nel metaverse, tecnologia che ad altre latitudini trova largo impiego in applicazioni professionali, scolastiche e istituzionali.
Concetti e parole a volte ostici al grande pubblico, ma che a loro volta trovano spazio nel più importante dizionario dell’inglese americano che ha inserito Bitcoin, criptovalute e altri termini tecnici nell’ultima sua edizione, a dimostrazione di quanto il comparto sia presente nel quotidiano anche di chi si dichiara laico e profano alle crypto.
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