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Miramax e Quentin Tarantino fanno la pace | La guerra dei NFT invece…

3 anni fa
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Sembrerebbero concluse con un accordo le beghe legali tra Quentin Tarantino e Miramax, l’altro soggetto a cui dobbiamo Pulp Fiction, perlomeno sul fronte produzione. La vicenda tiene banco da mesi sulle pagine di stampa generalista e di comparto, perché al centro della disputa c’è uno spinoso caso di NFT e diritti d’autore.

Con le controversie destinate all’archiviazione, il caso lascia aperto più di un interrogativo su diritti e proprietà intellettuale in ambito Non Fungible Token. Questione spinosa, che probabilmente però traccerà il futuro del comparto, almeno quando sono coinvolti diritti d’autore e IP così importanti.

Dal grande cinema alla soap targata NFT

Quentin Tarantino non poteva non finire su una delle cypto soap che animano il nostro feed con una certa frequenza. Oggi a quanto pare ci accingiamo a scrivere il capitolo finale degli strascichi legali che vedono la casa di produzione Miramax e il regista discutere su NFT e diritti d’autore.

Riavvolgiamo la pellicola fino a novembre dello scorso anno: il nostro lancia una collezione di Non Fungible Token dedicata a Pulp Fiction e altre sue celebri fatiche, confidando nella proprietà intellettuale delle stesse. Di diversa opinione Miramax, che vestendo i panni di Mr.Wolf ha cercato di ripulire la scena per vie legali, ma a delitto ormai commesso.

Un tema spinoso

A gennaio il regista aveva già raccolto oltre un milione di dollari vendendo manoscritti e parti di sceneggiatura originali di Pulp Fiction, con tanto di commento audio nel quale svelava dettagli e aneddoti ancora inediti. Tempo di incassare qualche Ethereum per sentire squillare il campanello di casa. Dietro la porta c’è l’avvocato Miramax travestito da Mr.Wolf, giunto sul luogo per risolvere problemi.

Come prevedibile nasce una disputa legale con le parti impegnate a capire come gli accordi su proprietà intellettuale e diritti d’autore, stipulati circa trent’anni prima, avrebbero potuto applicarsi nel presente, visto che nel contratto blockchain e NFT non erano ovviamente menzionati.

Il cavillo avrebbe poi mandato in stallo avvocati, tribunali e sistema giudiziario competente: non si sa come affrontare la vicenda, e le parti si accordano. Non abbiamo molti dettagli a riguardo, ma si vocifera di una futura collaborazione a tre: Tarantino, criptovalute e Miramax. La cosa si fa interessante.

Addio tribunale? Vedremo

Tutto bene quel che finisce bene, o quasi. Le vie del tribunale non sono infinite, a differenza di quelle del Signore che spopola nella letteratura Fantasy più antica sul pianeta.

E la mia giustizia calerà con grandissima vendetta e furioso sdegno su coloro che proveranno a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore, quando farò calare la mia vendetta sopra di te.

Ezechiele 25.17, citato da Jules in una scena-cult della pellicola, avrebbe potuto scrivere un finale più pulp per la vicenda, finita invece con l’accordo di cui sopra. Non ci auguriamo il sangue, ma constatiamo come Non Fungible Token e proprietà intellettuale continuino a rimanere materia ostica anche per il sistema giudiziario americano, che fa vanto della sua (presunta) efficienza.

In questo caso ha toppato, ma sarebbe troppo facile additare i tribunali a stelle e strisce, impegnate in un’infinità di casi simili e non supportati da una legislazione adeguata né tantomeno da una matura giurisprudenza a riguardo.

In attesa che qualcosa si muova, dato che i casi d’uso di NFT si moltiplicano, togati e legislatori potrebbero forse prendere ispirazione dal comparto, che offre mirabili esempi di semplificazione, e a cui si deve la tecnologia ideale per certificare proprietà di item fisici e digitali. Lo stesso impianto potrebbe essere sfruttato anche per proteggere la proprietà intellettuale?

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