Anche il MoMA prepara la sua evoluzione in chiave Web3, sulla scorta di quanto già in corso nei musei di tutto il mondo. Una squadra di esperti è stata incaricata di monitorare le tendenze dell’arte digitale, per rispondere con la blockchain ai drastici cali di introiti registrati durante la pandemia.
Un’occhio al presente e uno al futuro per il Museum of Modern Art di New York, che ha già messo gli occhi su una collezione NFT da finanziare con un’asta di cimeli in suo possesso. La Grande Mela si dimostra ancora una volta capitale dell’arte on chain.
E quando ci sono grandi musei a guardare al mondo dei NFT, non può che essere che bullish per il mondo dei token non fungibili. Un mondo sul quale possiamo investire anche con Capital.com – vai qui per ottenere un conto di prova gratis con CAPITALE VIRTUALE ILLIMITATO – intermediario che ci consente di investire su tutti i migliori asset del mercato cripto, con 140+ già inseriti a listino.
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Non poteva andare diversamente, e a dirla tutta stavamo aspettando una notizia del genere da tempo: il Museum of Modern Art di New York sta valutando l’acquisto di arte digitale legata ai NFT per far fronte al calo di ingressi (e fatturato) dovuto ai due anni di pandemia.
Acquisto che dovrebbe essere finanziato da un’asta affidata a Sotheby’s, e che dovrebbe portare in cassa qualcosa come 70 milioni di dollari. Opere appartenute a William Paley, fondatore della CBS che le avrebbe lasciate al MoMa in seguito alla sua morte. La casa d’aste tra le più grandi al mondo, e nostra conoscenza di lunga data, curerà gli interessi di quello che da molti è considerato il museo pop più importante al mondo.
L’unione fa la forza: 29 opere di Picasso, Rodin, e Renoir, con quest’ultimo già protagonista di una vicenda simile a Boston, aiuteranno il prestigioso museo a spostare su blockchain parte del proprio business, e parte dell’offerta riservata a un pubblico sempre più esigente e pronto a sfruttare l’ultimo ritrovato tecnologico per placare la sua sete d’arte.
La soluzione on chain al problema del mancato afflusso causa pandemia quindi sembra il punto di partenza di un percorso che, immaginiamo, porterà il Moma a esplorare NFT e con buone probabilità metaverse in maniera più approfondita.
Non potrebbe andare diversamente, per la caratura del museo e per la sua stessa natura: è considerato il museo d’arte moderna più importante in assoluto. Quanto basta per porsi come punto d’incontro anche virtuale per artisti e appassionati di arte digitale. Non immaginiamo possibile qualsiasi altra direzione anche per la città che lo ospita, quella New York in grado di trasformare Times Square nel più pazzesco e spettacolare museo d’arte digitale en plein air in circolazione.
Ed è ancora New York ad ospitare Web3 NYC Gallery e i suoi quadri digitali, su quella Fifth Avenue che a un certo punto incrocia la cinquantatreesima e il Museum of Modern Art di New York. Due istituzioni vicine geograficamente, così come negli intenti: benvenuto on chain, MoMa.
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