La Securities and Exchange Commission, il più importante ente regolatore dei mercati finanziari negli Stati Uniti, oggi mette in guardia gli investitori circa una nuova truffa riguardante le criptovalute. La truffa, nata proprio negli USA, avrebbe già truffato oltre 300 investitori per un controvalore superiore ai 30 milioni di dollari. Il nome della società dietro questa azione è Argyle Coin LLC. La SEC ha diffuso il comunicato stampa oggi intorno alle 18 italiane, informando l’opinione pubblica su Twitter.
Gli autori avrebbero convinto gli investitori con una storia inventata circa la loro ultima invenzione: una criptovaluta garantita sui diamanti. In poche parole, per ogni dollaro investito ci sarebbe stato almeno un dollaro di controvalore in diamanti che Argyle Coin avrebbe conservato presso caveau sicuri. In questo modo, anziché essere stabilito dalla domanda e offerta di una moneta virtuale, il valore del loro token sarebbe stato garantito direttamente dalle pietre preziose. Pare che si trattasse di semplici allusioni infondate, per cui la SEC è intervenuta a difesa degli investitori.
In realtà non si tratta della prima criptovaluta garantita su un metallo o una pietra preziosa, nemmeno la prima a tirare in causa i diamanti. DiamonDEXX e Bitcoin Diamond funzionano nello stesso modo, anche se nel caso di queste ultime sembra che ci sia davvero una riserva di diamanti a garantire il valore dei token. Poi ci sono tutte le criptovalute garantite sulle valute tradizionali: la più nota è senza dubbio Tether, che malgrado sia stabilmente entrata tra le 10 crypto più capitalizzate in assoluto è fortemente sospettata di essere una truffa.
Il problema dell’economia decentralizzata è che, essendo ai suoi albori, la prova del tempo non ci ha ancora interamente rivelato quali progetti siano autorevoli e quali siano, invece, una trovata illecita. In questo caso la SEC è intervenuta, ma raramente gli enti regolatori riescono a fermare sul nascere questo genere di attività. Nella maggior parte dei casi gli occhi della legge si aprono quando le somme sottratte ai malcapitati di queste realtà sono ben superiori ai 30 milioni di dollari, il che danneggia seriamente la credibilità dell’intero settore. Anche per questo viene invocata a gran voce, da più parti, una regolamentazione definitiva che stabilisca quali criptovalute siano legalmente scambiabili negli Stati Uniti e nel resto del mondo.
La SEC ha indagato su quale utilizzo venisse realmente effettuato dei fondi degli utenti. Sono emersi degli aspetti al limite del ridicolo: tra gli impieghi di questo capitale sono state trovate spese personali di ogni sorta, non ultime lezioni di equitazione e cavalli. I fondatori hanno speso circa 10 milioni di dollari in questo genere di attività, ma ora dovranno pagarne il conto di fronte alla giustizia.
Come sempre il nostro auspicio è quello di avere una regolamentazione che permetta di filtrare i progetti seri da quelli poco seri fin dal principio dei progetti stessi. La SEC questa volta è stata piuttosto tempestiva nel curare, ma prevenire avrebbe risparmiato 30 milioni di dollari agli investitori privati che hanno creduto in Argyle Coin.
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