MicroStrategy raggiunge la ragguardevole somma di 130.000 Bitcoin aggiungendone 301 agli altri precedentemente incamerati, confermandosi come il soggetto con il quantitativo più sostanzioso di $BTC in cassa.
Per arrivare a fare cifra tonda la società ha speso circa 6 milioni di dollari, un impegno non indifferente per i comuni mortali, ma di portata quasi da fame se ti chiami Michael Saylor, che ora guarda da presidente, forse con nostalgia, ai faraonici acquisti dei ruggenti anni da CEO.
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Ancora MicroStrategy su Bitcoin
C’è chi può, e chi non può. E Michael Saylor può quasi tutto, incluso concedersi il vezzo di acquistare 301 Bitcoin a circa 19.851$ cadauno per arrivare a quota 130.000, conto pari e tutti contenti.
Se guardiamo alla situazione più da lontano la situazione non sembra però così rosea: al cambio attuale, e considerata la media del prezzo da quando MicroStrategy ha iniziato ad acquistare come se non esistesse un domani, il bilancio è in rosso di circa un miliardo e mezzo di dollari.
Il buon Saylor non se ne preoccupa più di tanto, e nel suo tweet lascia spazio alle ponderazioni per cifre: la sua azienda detiene 130.000 Bitcoin, acquistati per una spesa totale di quasi 4 miliardi di dollari, e a un valore medio di circa 30.000 dollari per moneta.
Un percorso che prosegue indisturbato nella stessa direzione, quella dell’acquisizione, nonostante le apparenti perdite in corso e con MicroStrategy che non manifesta alcuna intenzione di vendere.
Un cammino ancora lungo?
I toni non trionfali, ma almeno celebrativi del tweet di cui sopra assumono così un senso se guardati in questa prospettiva. Siamo sul pezzo praticamente da sempre, con l’opera di iper-bitcoinizzazione del colosso che ci ha riservato l’ennesima puntata solo pochi giorni fa.
In quei giorni si parlava di cessioni azionarie per mezzo miliardo di dollari, con il ricavato che sarebbe almeno in parte confluito sotto forma di $BTC, previo ennesimo acquisto, nel già pingue wallet aziendale.
Il gigante quotato al NASDAQ continua a seguire le orme dell’ex CEO, declassato si fa per dire a presidente, che evidentemente aveva influenzato la compagine anche a fine giugno, ossia nei roventi giorni in cui si consumava l’ennesimo acquisto compulsivo.
Un percorso come dicevamo che affonda le sue radici nel tempo, e che sempre in giugno aveva alimentato voci sensazionalistiche basate, nemmeno a dirlo, sul nulla. Quando MicroStrategy aveva in cassa 129.218 Bitcoin circolavano illazioni che avrebbero voluto l’azienda in fallimento in caso di crack della criptovaluta.
Condizione che poi evidentemente non si è verificata, nessun telefono in azienda ha ricevuto una margin call, con il baldanzoso Taylor che al contrario annuncia oggi l’ennesimo acquisto. Più fiero che mai. Però sei milioni sono in effetti poca roba, rispetto ai 500 di cui si parlava una decina di giorni fa, lira più, lira meno. Ma abbastanza per brindare ai bei tempi che furono?