Il Colorado apre ufficialmente al pagamento delle imposte locali in criptovalute. I cittadini potranno adempiere ad alcuni obblighi fiscali quali tasse sul reddito, ritenute d’acconto e imposte sui trattamenti di fine rapporto.
Giunge così a un importante traguardo l’azione portata avanti dal governatore Jared Polis, sulle cui tracce siamo ormai da febbraio scorso e che sancisce oggi l’inizio di quella che ai tempi avevamo descritto come un’autentica rivoluzione. Che all’atto pratico passa per PayPal, intermediario all’epoca ignoto e che si palesa oggi portando in dote commissioni fisse e fee sulle transazioni.
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Alla fine l’ha spuntata lui, Jared Polis, e appena in tempo per le elezioni di metà mandato. Le proposte del governatore del Colorado iniziano a vedere effettiva attuazione. I suoi cittadini potranno usare Bitcoin e criptovalute per pagare alcune tasse statali: imposte sul reddito di aziende e persone fisiche, la tassa sull’equivalente del nostro TFR e le ritenute d’acconto.
Parliamo di proposte, al plurale, perché siamo sul pezzo ormai da tempo e con la notizia di oggi possiamo registrare un primo successo dell’azione di governo del repubblicano, che durante lo scorso inverno aveva annunciato un più ampio piano di adozione di criptovalute da far confluire nelle casse dello Stato.
È d’obbligo quindi fare un breve recap di quanto avveniva nel caldo Colorado intorno alla metà di febbraio, quando cioè già otto tra senatori e membri del Congresso avevano pubblicamente dichiarato il loro interesse nel comparto, sdoganando per così dire la loro immagine di uomini delle istituzioni e insieme detentori di criptovalute.
Il tutto, mentre accese discussioni animavano la scena politica intorno al delicato tema della regolamentazione. Un clima a tratti infuocato, in cui nel remoto Colorado andava in scena l’azione politica di Jared Polis, che auspicava l’adozione di Bitcoin, Ethereum e altri crypto asset per pagare tutte le tasse locali, le imposte sulle patenti di guida e un ampio ventaglio di servizi pubblici.
Ai tempi descrivevamo le intenzioni del democratico come una vera e propria rivoluzione, se avesse trovato piena attuazione in futuro. Inevitabile il paragone con l’Italia: sarebbe come poter pagare qualsiasi tipo di bollo o imposta in cripto, tanto per farci un’idea. Ebbene, parte di questa rivoluzione può dirsi compiuta, con l’iniziativa del governatore del Colorado che sarà servita di esempio, ai tempi, per Ron DeSantis, suo omologo in Florida di area repubblicana che aveva palesato volontà simili poche settimane l’annuncio di Polis.
E sempre sul nascere della scorsa primavera, voci simili ci erano giunte dal Texas, con il sindaco di Austin che alzava il tiro dichiarando di voler trasformare la sua città in un crypto hub di rilievo nazionale. Anche i quasi confinanti texani intendevano usare le cripto per pagare tasse, multe e bolli locali.
Con gli Stati impegnati a cavalcare l’hype delle criptovalute in piena campagna elettorale, l’iniziativa di Jared Polis acquisisce concretezza con un primo, tangibile provvedimento. Ed è stato svelato anche il partner all’epoca rimasto nell’anonimato: sarà PayPal, grazie alla sua recente apertura al comparto, a gestire i versamenti dei cittadini in cripto attraverso il suo PayPal Cryptocurrencies Hub, a fronte di una commissione fissa di un dollaro per ogni operazione, più l’1,83% sul transato.
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