Fed annuncia il rialzo dei tassi dello 0,75%, tutto secondo aspettative. Un dato che è migliore di quanto temevano i più pessimisti, ma che comunque apre a diverse discussioni – e alla solita volatilità che accompagna questo tipo di annunci.
Un altro FOMC di ordinaria follia, che deve fare i conti con una situazione macro molto preoccupante su tutti o quasi i fronti, cosa che con ogni probabilità continuerà ad informare le operazioni e le mosse di Federal Reserve per i prossimi mesi. Ed è proprio questo che continua a tenere i mercati con il fiato sospeso, perché il pur corposo rialzo dei tassi di 75 punti base potrebbe non essere la fine della corsa.
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Una storia alla quale ormai dovremmo essere abituati. È il gran giorno del FOMC, la riunione di Federal Reserve nella quale vengono partorite le decisioni di politica monetaria e in particolare quelle sui tassi di interesse. Tassi di interesse che, come prevedibile, hanno visto un rialzo date le condizioni macro all’interno delle quali si trovano ad operare i leader della politica monetaria USA.
Da un lato inflazione, dall’altro dati di un’economia ancora forte e a tutto gas e quindi in grado di sopportare una cura da cavallo. Cura da cavallo che però continuerà a colpire in modo concreto tutti i mercati di rischio, da Bitcoin fino alle cripto, passando ovviamente anche per il mondo delle azioni, in particolare quelle grotwh.
Scongiurato almeno per ora un rialzo di 100 bps, che sarebbe stato da un lato storico, dall’altro invece segnale di problemi più grandi di quelli che Federal Reserve si sente di raccontare al grande pubblico e agli investitori, istituzionali e non.
Con una parte della storia però che continuerà ad opprimere i mercati con una certa ansia: perché entro la fine dell’anno si prevedono tassi che potrebbero essere in rialzo di altri 75 bps per altre due volte, per un tasso di riferimento che potrebbe aggirarsi alla fine del 2022 intorno al 4,5%.
Sono ora loro a dominare la reazione dei mercati. Mercati che hanno già prezzato per il prossimo incontro del 2 novembre 2022 un rialzo di 75 punti base, con un minor consenso invece intorno a 50 bps. Rialzi che Federal Reserve fino a qualche mese fa aveva categoricamente escluso e che invece sono ora la normalità di cui discutono operatori e mercati.
Il discorso di Jerome Powell sarà vivisezionato in ogni sua parte, con il solito stuolo di analisti e commentatori che baderanno anche ad un insignificante tremolio della voce oppure a qualche battito di palpebre fuori fase. Questo perché più importante della dichiarazione del rialzo dei tassi appena avvenuta è il sentimento che alberga ai piani alti della politica economica statunitense.
Se dovesse mostrarsi ancora molto duro – e deciso e convinto a mettere un argine all’inflazione – i mercati potrebbero risentirne ulteriormente al ribasso. Se invece dovesse apparire poco convincente per quanto riguarda i futuri rialzi, allora potrebbero avere una di quelle brevi corse che hanno costellato i momenti di incertezza di Fed negli ultimi mesi.
La filastrocca degli ultimi mesi è stata sempre la stessa: siamo su un aereo in corsa, ma l’atterraggio sarà di quelli morbidi. Poi si è passati invece alla mera possibilità di avere un atterraggio morbido. Ora sono in pochi a crederci, mentre le borse, Bitcoin e le criptovalute rimarranno sotto il tiro e sotto il gioco di mercati estremamente nervosi.
Nervosi non solo perché Federal Reserve continua ad essere piuttosto hawkish, ma anche perché è ormai opinione comune che non saranno i tassi, per quanto in alto vorranno arrivare, a ridurre un’inflazione in larga parte esogena.
Staremo a vedere, mentre in Europa tutto tace e mentre le possibilità da quest’altro lato dell’oceano sono molto ristrette. I debiti pubblici molto ingombranti di diversi paesi membri, Italia in testa, non lasciano le mani libere a BCE, che dopo aver drogato le spese pubbliche di diversi stati per anni, ora si ritrova con il proverbiale cerino in mano.
Powell avrebbe parlato di mediane attese che lascerebbero intendere anche 125 bps entro fine anno. Ma i 150 sono davvero esclusi? No, come non lo sono neanche i 100 bps complessivi. Si rimarrà alla finestra per valutare.
Sono questi i momenti in cui gli investitori con la maggiore propensione per il rischio chiudono però i migliori affari. Molti degli asset di rischio sul mercato, comprese diverse criptovalute, sono in una situazione cronica di ipervenduto da tempo. Ed è così che chi ha del capitale di rischio da allocare si guarda intorno, magari verso il porto più sicuro di Bitcoin oppure verso portafogli compositi.
Non sono consigli finanziari, ma semplicemente la descrizione di quanto avvenuto in altre fasi di mercato di questo tipo. Si sono costruite intere fortune ed è stata sempre o quasi premiata la costanza. Dopotutto con il denaro che si svaluta a questi ritmi, è più che legittimo vedere in molti cercare disperatamente allocazioni.
Sempre però con la testa sulle spalle e affidandosi ad eventuali intermediari che possiamo considerare come solidi e sicuri. eToro – vai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con il TOP degli STRUMENTI PER IL TRADING E L’INVESTIMENTO, anche automatici – permette di accedere al mercato cripto e a tutti gli altri principali mercati di investimento.
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