La banca centrale del Laos ha condiviso con gli operatori finanziari e con i risparmiatori una serie di avvertenze e di cautele nei confronti delle criptovalute, del loro uso quotidiano e del loro investimento speculativo.
Stando a quanto riporta questo articolo del quotidiano Vientiane Times, l’istituto banchiere centrale del Paese asiatico ha lanciato un chiaro avvertimento sui pericoli delle operazioni in criptovaluta, considerate illegali nel Paese. In precedenza, infatti, la banca aveva vietato agli istituti finanziari di effettuare transazioni con criptovalute, e di effettuare investimenti in tale asset class.
Nel suo comunicato la banca si dichiara preoccupata per i caratteri di anonimato che sono favoriti dal sistema criptovalutario, in grado di celare (almeno in buona parte) le informazioni sul mittente e sul destinatario, aumentando così il rischio che questa tecnologia possa prestarsi al riciclaggio del denaro sporco o al finanziamento del terrorismo e delle attività illegali. Un’altra evidente preoccupazione è poi sorta in relazione alla sicurezza del comparto, che – secondo l’istituto banchiere – sarebbe privo di efficaci contromisure per tutelare i proprietari di criptovalute.
Insomma, mentre alcuni Paesi come il Canada o la Svizzera sembrano aver abbracciato in maniera più convinta questa nuova classe di asset, la maggior parte delle nazioni sembra essere piuttosto tentennante nei confronti della crittografia e, in particolar modo, dell’utilizzo finanziario di tale tecnologia.
In alcune macro aree si arriva poi a scontarsi con sistemi ancora più complessi. È il caso degli Stati Uniti, dove lo status giuridico delle criptovalute varia in base al singolo Stato, in attesa di una disciplina più omogenea che stenta ad arrivare. Intanto, però, il parlamentare Brad Sherman ha domandato apertamente che le criptovalute siano messe al bando, poiché – sostiene ancora Sherman – rappresenterebbero una minaccia per il potere del dollaro USA di influenzare gli sviluppi economici mondiali.
Linee di posizione piuttosto confuse incerte sembrano inoltre arrivare dall’India, con il governo che stava considerando l’applicazione di un divieto totale di questa asset class sotto la Prevention of Money Laundering Act, salvo poi rallentare tali piani, ma senza abbandonarli del tutto. intanto, il Pakistan – che ad aprile ha vietato il trading di criptovalute – sta implementando un nuovo regolamento utile a migliorare i propri controlli su tali asset, al fine di contrastare la criminalità finanziaria.
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