Sconquasso sui mercati per l’ennesimo rialzo, anche se ampiamente preventivato anche nella misura, dei tassi di interesse negli Stati Uniti d’America. Evento che come sempre accade ha innescato, in particolare nelle prime ore successive all’annuncio, un’enorme volatilità. Volatilità poi rientrata, anche se comunque per Bitcoin e per il mondo delle criptovalute e degli asset di rischio in generale continuerà ad esserci una certa tensione. O meglio, un’assenza di tranquillità dettata da diverse situazioni a livello macroeconomico.
A spaventare ieri i mercati non è stato il rialzo dei tassi per questa tornata, ma il piano chiaro di Fed di procedere con rialzi di almeno 100 bps nelle prossime due sedute (e quindi almeno di 50 bps per ogni incontro del FOMC), con i mercati che sembrerebbero addirittura aver immagazzinato rialzi per anche 125 bps. Una situazione che sarebbe spinta da un’inflazione che non vuole saperne di tornare giù.
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Un Jerome Powell netto e chiaro ieri, che sembrerebbe aver abbandonato molti dei tentennamenti delle precedenti riunioni del FOMC e che sembrerebbe al tempo stesso avere delineato una strategia più chiara e molto aggressiva, sebbene informata, come egli stesso ha sottolineato, all’andamento mese per mese dell’inflazione e del mercato del lavoro. Una situazione complessa che andrà analizzata pezzo per pezzo prima negli USA, per poi muoverci verso quello che si muove lontano da Washington.
Anche se questo dovesse costare centinaia di migliaia di posti di lavoro negli USA, come Jerome Powell ha lasciato intendere anche ai meno svegli. Questo per due ordini di motivi: se l’alta inflazione dovesse confermarsi come duratura, finirebbe per essere inglobata in quella che è la normalità per il mondo economico, causando dunque sul medio e lungo periodo danni ben peggiori.
In secondo luogo perché i dati sull’occupazione USA continuano ad apparire come piuttosto forti, e quindi con centinaia di migliaia di posti di lavoro sacrificabili, in particolare perché a parlare è il capo della Banca Centrale e non un politico che dovrà renderne conto alla popolazione.
Sta di fatto che questo sembrerebbe essere il percorso inaugurato da Powell, a meno che sotto pressioni politiche non si torni ad atteggiamenti più tranquilli in vista delle midterms, elezioni che aspettano gli americani per il rinnovo di parte del Congresso e di altre cariche di rilevanza statale e federale.
Powell sembra essere al tempo stesso molto meno convinto della possibilità che l’atterraggio sia morbido. In primo luogo perché basterebbe guardare all’andamento dei mercati per rendersi conto di come, non solo sul fronte Bitcoin, le cose non siano più così tranquille. E anche se il crollo dovesse fermarsi oggi, sarebbe una beffa senza pari parlare di atterraggio tranquillo.
Gli asset di rischio tutti, Bitcoin, Ethereum, il resto del mondo cripto e anche le azioni maggiormente rischiose hanno incassato delle perdite spaventose e sembrerebbero aver trovato un bottom anche di fronte all’annuncio di una Fed sempre più aggressiva. Ma, ripetiamo, anche in questo caso parlare di atterraggio morbido sarebbe ai limiti della follia.
La buona notizia è che il grosso del mercato dipenderà dall’andamento degli USA, almeno a livello finanziario. La cattiva notizia è che nel resto del mondo ci sono diverse situazioni che sembrano essere molto più complicate di quanto sta avvenendo a Washington.
Ormai di tempo utile per risolvere la crisi energetica ne è rimasto pochissimo. E il mondo industriale si avvia ad un inverno con scarsità assoluta di energia e costi folli. Così come i cittadini dovranno probabilmente fare degli enormi sacrifici nelle loro abitazioni.
Nel frattempo nonostante BCE si sia dimostrata relativamente aggressiva con i tassi di interesse, non ha granché le mani libere. I debiti di paesi come l’Italia sono già sotto fortissimo stress e giocare troppo all’allegro chirurgo con il tasso di base non sembrerebbe essere un’opzione per i prossimi mesi. Il tutto con un’inflazione che almeno in parte dipende dai folli costi energetici innescati già precedentemente al conflitto in Ucraina, e che la guerra ha esacerbato.
Europa che per qualcuno dovrebbe anche cominciare a fare i conti con la spirale salari-inflazione, ancora non innescata perché a livello statistico i rialzi dei salari sono stati molto modesti rispetto alla realtà dei prezzi medi.
Oggi è stato il gran giorno anche per la Bank of Japan, ovvero la controparte di Federal Reserve a Tokyo. Niente rialzo dei tassi, seguito però poi da operazioni in libero mercato per tutelare il valore dello Yen.
Anche questa situazione, per un paese che soffre da più di due decenni di stagnazione nella crescita non sembra far dormire tranquilli gli investitori. E sarà una situazione da monitorare, perché da questo paese dipende una fetta molto rilevante dell’economia mondiale. Tra le altre cose l’intervento sul Forex della Banca Centrale è stato il primo dal 1998, segno della straordinarietà del momento di crisi per il Giappone e per la sua valuta.
Politica pro-attiva da parte della Banca Centrale che governa il Franco Svizzero. Rialzo ultimo di 75 punti base che ha portato il tasso di riferimento in positivo e piena apertura a operazioni di mercato condotte direttamente dalla banca centrale per tutelare il valore del CHF sui mercati internazionali. Vero è, anche se nessuno vuole parlarne, che l’andamento dell’economia svizzera dipenderà dalla capacità tedesca di uscire dalla trappola in cui si è cacciata. Non sono esclusi ulteriori rialzi di tassi per il futuro prossimo.
La Cina sembrerebbe avere maggiormente le mani libere in termini di stimoli all’economia e sta seguendo una strada tutta sua. Alle economie occidentali interessa però principalmente il ritorno alla normalità nella supply chain. Normalità che non potrà essere assoluta ma relativa, ma comunque sufficiente per aiutare a traghettare i prezzi verso livelli più normali e dunque abbassando il tasso di inflazione. Una situazione anche questa da continuare a monitorare.
Per quanto eterogeneo sia questo insieme, ci sono diverse situazioni da seguire in particolare per la tenuta di diversi debiti pubblici denominati in valuta straniera e in particolare in dollari. Abbiamo già visto lo Sri Lanka perdere le redini della propria economia e in molti invitano a tenere sotto controllo tante altre situazioni.
Il quadro è particolarmente fosco, ma ha comunque per i più ottimisti qualche risvolto positivo. Per diversi il mercato avrebbe già scontato la situazione attuale e dunque da qui in avanti potremmo avere una sorta di bottom, dal quale ripartire alla ricerca di trend rialzisti.
È vero anche che molte criptovalute e Bitcoin sono scambiati su livelli di prezzo piuttosto bassi che stanno facendo la fortuna, in ottica di lungo periodo, dei tanti che continuano con il loro piano di accumulo.
E la situazione potrebbe tornare ad essere quella che piace ai trader più spericolati, ovvero quelli che amano la volatilità e i rapidi cambi di prezzo. Cambi di prezzo che possono essere cavalcati con la giusta strumentazione, ovvero rivolgendosi a Capital.com – vai qui per ricevere un conto virtuale gratuito con tutte le funzionalità esclusive – intermediario che offre MetaTrader 4 e TradingView in aggiunta ad un WebTrader con intelligenza artificiale.
Per il resto ci sarà da vivere alla giornata, con un po’ di ottimismo per chi, sulle cripto, si è in realtà orientato verso un periodo di più ampio respiro. Tutto rimandato ai primi di novembre, quando avremo la prossima puntata della pur appassionante saga dei tassi USA. FED potrà tirare i remi in barca oppure avremo un altro rialzo di 75 punti base? Non lo sappiamo noi e non lo può sapere neanche Jerome Powell, che aspetterà i dati sull’inflazione.
Il mercato cripto e Bitcoin è stato colpito dal crollo di posizioni a leva che hanno colpito molti dei grandi operatori del settore, in particolare fondi e piattaforme di landing. La reazione di ieri ai tassi è stata intensa ma limitata, segno che forse un pizzico di normalità potrà essere alle porte.
Sempre che non arrivino altre iatture ad abbattersi sul mondo macro in generale. Cosa che nessuno può escludere, perché altrimenti, appunto, non sarebbero iatture.
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