Cobinhood, exchange di criptovalute con sede a Taiwan, potrebbe essere l’ennesimo servizio di questo tipo a chiudere i battenti nel 2019. Malgrado il settore stia andando bene da inizio anno, infatti, sembra che sempre più investitori si trovino a scegliere i grandi brand. Nomi come Binance, Coinbase e OKEx attraggono sempre più clienti, mentre altri servizi non possono che limitarsi a vedere la propria utenza diminuire. Colpa anche delle frequenti notizie riguardanti piccoli exchange depredati delle criptovalute dei clienti, cosa che sicuramente non gioca a favore di queste realtà minori.
Cobinhood sembra aver dichiarato bancarotta ed aver nominato un curatore fallimentare. A riguardo ci sono diversi report contrastanti, nessuno ancora smentito da fonti ufficiali; sembra tuttavia più semplice che un’azienda smentisca le voci riguardanti il suo presunto fallimento che il contrario. Probabilmente il management si sta preparando a dare un annuncio ufficiale in tal senso.
Gli investitori si sentono truffati
Su Twitter e su Reddit, in queste ore, il nome di Cobinhood è sempre più associato a quello di una truffa. L’exchange, infatti, aveva da poco lanciato una sua criptovaluta simile a Binance Coin. Anche in questo caso si tratta di un token che può essere utilizzato per ricevere sconti sui servizi offerti dalla piattaforma; si chiama Dexon (DXN) e sta vivendo dei giorni travagliati. La ICO era andata a buon fine, rivelandosi anche al di sopra delle aspettative: in pochi giorni l’exchange era riuscito a raccogliere 30 milioni di dollari in cambio dei suoi token.
Gli investitori che hanno scelto di partecipare al lancio si sentono doppiamente truffati. Non c’è ancora la notizia ufficiale dell’addio al settore, ma una cosa è certa: i token non sono stati mai distribuiti. Chi ha partecipato alla ICO, infatti, si aspettava che i Dexon gli venissero recapitati nel wallet il 20 maggio. Il 20 maggio è arrivato e poi passato, senza che nessuno abbia avuto notizia di dove siano i fondi. Ovviamente è facile ipotizzare che, dopo aver raccolto 30 milioni di dollari, l’exchange abbia trovato il modo di pianificare la sua sparizione. Nel frattempo la piattaforma continua a funzionare, ma potrebbe essere ancora per poco.
Il beneficio del dubbio
Da una parte non possiamo ancora parlare ufficialmente di bancarotta, dal momento in cui le notizie stanno ancora arrivando. Allo stesso tempo nessuno ha ancora notizie dei token, e non è nemmeno arrivato un comunicato ufficiale o un Tweet a spiegare le cause del ritardo. Con circa 30 milioni di raccolta e nessuna notizia proveniente dall’exchange, i sospetti sono più che fondati.
Se non si trattasse di una truffa, dimostrerebbe comunque che rivolgersi ad un exchange minore può essere problematico in ogni caso per il rischio di una bancarotta “onesta”. Qualunque sia la prospettiva da cui si guarda questa notizia, sarà sempre e comunque un ulteriore incentivo a rivolgersi a delle realtà più grandi che possano offrire un maggior livello di stabilità -sotto tutti i punti di vista-. E questo potrebbe avere un impatto negativo su exchange piccoli ma funzionali, che verrebbero ulteriormente travolti dalla cattiva pubblicità portata da Cobinhood.