Sì, a parlare è un grande esperto del settore. E sono di quelle opinioni che contano e che dovremmo sempre tenere in grande considerazione. Che sia per smentirle o per seguirle, o semplicemente per discuterne. A salire in cattedra, durante un’intervista con l’importante Fortune, è di nuovo il presidente di FTX US a discutere i futuri scenari del mondo cripto.
Brett Harrison ha individuato i due inneschi che potrebbero riportare i volumi di scambio del mondo cripto in alto – e si presuppone che potrebbero anche innescare un nuovo trend, interrompendo il pessimo momento che il mercato si trascina dietro ormai da tempo.
Situazioni sulle quali, se dovessimo prenderle per buone, potremmo investire proprio con FTX – vai qui per ottenere un conto gratuito per fare trading su centinaia di criptovalute (con sconto immediato del 5% lifetime sulle commissioni) – intermediario che permette di operare sul meglio del settore con strumenti adeguati sia se siamo degli specialisti, sia invece se stiamo muovendo letteralmente i primi passi nel settore.
Oltre alle centinaia di cripto di grande spessore abbiamo anche, sempre tramite FTX abbiamo anche un’ottima interfaccia ricca di strumenti tanto per l’analisi quanto per la gestione degli ordini, per un’esperienza che è al top per chi vuole speculare o investire sul lungo periodo.
Almeno in termini di volumi, perché probabilmente per rivedere il prezzo di Bitcoin ai massimi servirà un po’. Ma poco male: perché un ritorno dei volumi potrebbe voler dire un aumento importante in termini di attenzione per il settore e dunque una maggiore possibilità di invertire comunque il trend. Questo lo diciamo noi, mentre il leader di FTX negli USA, ovvero Brett Harrison, sembra avere le idee molto chiare su cosa serva per far tornare volumi interessanti su Bitcoin e il resto del settore.
Ci sono due eventi che potrebbero probabilmente portare a volumi molto più alti. Uno è il prezzo che torni a salire, certo. Questo è vero anche per le azioni. Il secondo è la chiarezza in termini di regole sugli exchange cripto.
Chiarezza che potrebbe arrivare dal nucleo importante di regole che è attualmente in discussione al Senato USA e che potrebbe essere una delle sorprese, per molti in positivo, dell’inizio del 2023, ammesso che si riesca ad approvare tali leggi entro questo orizzonte temporale.
Immaginiamo che questa legge passi e che CFTC [l’agency che si occupa di commodities] abbia il controllo su Bitcoin ed Ethereum. E immaginiamo che FTX. US possa così registrarsi come exchange di asset digitali. Ogni istituzione, ogni fondo hedge, ogni fondo di family office che voglia esposizione diretta sulle cripto potrà farlo con un exchange che abbia una licenza federale. E questo farebbe un’enorme differenza.
Probabilmente sì, in particolare se i volumi sostenuti dovessero essere sostenuti sul medi o periodo. Perché c’è bisogno anche di leggere tra le righe quanto è stato affermato dal presidente di FTX US: saranno regole chiare a far aumentare i volumi. E queste regole interesseranno principalmente gli investitori istituzionali, che sono in grado di far arrivare capitali decisamente importanti sui mercati.
E con quel livello, con quella quantità di capitali ci sarebbe ben da sperare su una ripresa del settore, anche con il tanto atteso decoupling dal mondo azionario. E sarebbe questa una delle migliori eventualità in un mondo cripto che sta soffrendo la situazione macro per tanti più del necessario.
I bear market hanno la caratteristica di modificare il mood di tutti all’unisono, di rendere il sentiment estremamente negativo e di far prevalere previsioni irragionevolmente fosche. Bene dunque ascoltare qualche parere di questa risma, che potrebbe aiutare a giudicare la situazione con la mente sgombra dalle nubi che pur si sono concentrate sui cieli di Bitcoin, di Ethereum e del resto del mondo cripto.
Staremo a vedere quali saranno le evoluzioni in questo senso: certo è che una delle chiavi per passare il brutto momento e anche per normalizzare il settore in termini di investimento da parte dei grandi operatori. Per ora quel che conta è che nessuno, al contrario del 2018, pensa che il settore possa affondare definitivamente. E che di elementi per sperare in una ripartenza ce ne sono tanti, anzi tantissimi.
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Parlo da non addetto ai lavori, ma questo illustre presidente pare non considerare tutti i fattori esogeni, che tutt'ora non sono risolti: guerra, crisi energetica e covid